annuncio
annùncio (o annùnzio) s. m. [der. di annunciare; nei sign. 2, 3, 4, dal lat. tardo annuntium, comp. di ad- e nuntium «notizia, annuncio»]. – 1. L’atto di annunciare, comunicazione, notizia (per lo più di cosa di qualche importanza): l’a. delle dimissioni; l’a. della caduta del governo; l’a. della sua morte mi giunse improvviso; il bollettino recava l’a. della vittoria; a. giudiziarî, a. legali, notizie di atti giudiziarî inserite di solito in appositi periodici ufficiali. Anche la cosa annunciata: a. lieto, triste, doloroso. 2. Più com., le parole o lo scritto con cui si annuncia qualche cosa: ascoltare, ricevere, leggere un a.; stampare, pubblicare, diffondere, inserire un annuncio. In partic.: a. pubblicitari, messaggi stampati nei giornali, nelle riviste, nei manifesti, o diffusi attraverso la radio e la televisione per reclamizzare un prodotto, un’iniziativa e sim.; a. (o avvisi) economici, brevi avvisi che si pubblicano in apposite pagine di giornali: contengono offerte o richieste, soprattutto di beni mobili o immobili, di servizî, di prestazioni varie, da parte di aziende o di privati. Nelle trasmissioni radiofoniche e televisive, breve presentazione del programma che sta per essere trasmesso. 3. Nel teatro medievale, il prologo dello spettacolo, pronunciato dal palco da un attore che si presenta per lo più come angelo. Ebbe lo stesso nome anche una particolare forma di avvertimento, rivolto al pubblico, della prossima rappresentazione di un dramma, consistente nell’adunata all’aperto di tutti gli attori, che sfilavano poi in parata nei loro costumi attraverso la città. 4. a. Il fatto o il fenomeno da cui si ricava una previsione, un presagio: quelle nuvole sembrano annuncio di pioggia; molti credono che il grido della civetta sia a. di morte o di qualche sciagura. b. Predizione, vaticinio: l’a. della venuta del Messia; Apri li orecchi al mio annunzio, e odi (Dante).