annebbiare
v. tr. e intr. [der. di nebbia] (io annébbio, ecc.). – 1. tr. Offuscare, velare di nebbia: l’umidità annebbiava il cielo. Più spesso fig., rendere fosco, confuso: il fumo mi annebbiava gli occhi; droghe che annebbiano la lucidità della mente; il vino gli ha annebbiato le idee. 2. intr. (aus. essere), non com. Venir nebbia: annebbiava; verso sera incominciò ad annebbiare. 3. intr. pron. Coprirsi, velarsi di nebbia: il cielo, l’aria si annebbia; fig.: mi si annebbiò la vista; il pensiero, che s’era presentato vivo e risoluto alla sua mente, s’annebbiava e svaniva tutt’a un tratto (Manzoni). ◆ Part. pass. annebbiato, anche come agg.: un cielo annebbiato; occhi annebbiati; avere la mente, le idee annebbiate; con la mente, o la vista, annebbiata dall’ira. Con accezione partic., frutti annebbiati, danneggiati dalla nebbia.