anemia
anemìa s. f. [dal gr. ἀναιμία, comp. di ἀν- priv. e αἷμα «sangue»]. – In medicina, condizione morbosa caratterizzata da alterazione (in genere diminuzione, ma in qualche caso anche aumento) del numero di globuli rossi (oligocitoemia) o di emoglobina (oligocromoemia) o di entrambi nel sangue: a. essenziali o primarie, dovute a una malattia intrinseca del sangue e degli organi emopoietici (midollo osseo e milza); a. sintomatiche o secondarie, provocate da altre cause ben individuate: emorragie acute e croniche, intossicazioni, denutrizione, tumori maligni, malattie infettive acute e croniche (tubercolosi, lue, nefriti, endocardite lenta, ecc.). A. perniciosa, forma di anemia a carattere progressivo, grave in passato ma ora facilmente curabile con la vitamina B12, provocata soprattutto da mancato assorbimento da parte dell’organismo di tale vitamina, la cui carenza si ripercuote sul metabolismo degli acidi nucleici, con sintomatologia varia, sia organica sia funzionale. A. cerebrale, locuz. impropria con cui si designano forme di sofferenza generica del sistema nervoso. A. mediterranea, altro nome della talassemia. A. falciforme, o a cellule falciformi, forma di anemia ereditaria più nota col nome di drepanocitosi (v.) o drepanocitemia.