analitico
analìtico agg. [dal lat. tardo analytĭcus, gr. ἀναλυτικός, der. di ἀνάλυσις «analisi»] (pl. m. -ci). – 1. Di analisi, che è proprio dell’analisi o procede per via di analisi: metodo a.; studio a.; ricerca a., condotta con minuta indagine; resoconto a., che espone una situazione in tutti i suoi particolari; ingegno, mente, spirito a., portato all’analisi; chimica a., la branca della chimica che si vale dei metodi proprî dell’analisi chimica; bilancia a., bilancia di grande precisione e sensibilità, alloggiata, di solito, in teche di vetro e in cui il caricamento dei pesi può essere fatto dall’esterno, senza aprire la custodia. 2. Nella logica kantiana, giudizio a., quello nel quale il concetto del predicato è implicitamente contenuto nel concetto del soggetto, e in cui quindi basta analizzare il soggetto per ricavarne il predicato (per es.: «i corpi sono estesi»). Con partic. accezioni, filosofia a. e psicologia a., v. filosofia e psicologia. 3. In linguistica, si dicono analitiche le lingue che per esprimere rapporti sintattici ricorrono di preferenza a particelle, verbi ausiliarî, ecc., mentre le lingue sintetiche usano esprimere tali rapporti per mezzo di desinenze e variazioni tematiche; così, rispetto al latino, sono analitiche le lingue neolatine (del padre, du père contro patris; avrò detto contro dixĕro). 4. In matematica, attinente all’analisi matematica, o anche all’analisi in genere: metodo a.; procedimento a., teoria a., espressione a., geometria a., ecc.; ma anche con altri sign. specifici: meccanica a., funzione a., equazione a., trasformazione a., varietà a., ecc. ◆ Avv. analiticaménte, con metodo o con procedimento analitico, minuto, particolareggiato: esporre analiticamente la situazione; esaminare analiticamente i fatti, un’opera, i risultati di un’indagine.