ampiezza
ampiézza s. f. [der. di ampio]. – 1. L’esser ampio, estensione (e, spesso, notevole estensione) in larghezza e lunghezza: Non t’inganni l’a. de l’intrare! (Dante); a. di un locale, di una piazza, di un arco; una stanza di notevole a.; fig.: a. di mente; tutti ammiravano l’a. della sua dottrina. 2. In geometria, a. di un angolo, di un arco, la rispettiva misura, misurata in gradi: angolo, arco di a. 30°. 3. In fisica, a. del moto vibratorio di un punto, lo spostamento massimo del punto dalla sua posizione di riposo, costante in alcuni casi (per es. nel moto vibratorio armonico), variabile in altri (per es. in un moto vibratorio smorzato). Nella propagazione per onde, a. di un’onda in un punto del mezzo in cui l’onda si propaga, è il valore massimo, in quel punto, della grandezza interessata alla propagazione; analogamente, in elettrologia, a. di una tensione alternata, il valore massimo della tensione, di solito costante rispetto al tempo ma in qualche caso variabile esso stesso nel tempo; con la stessa accezione, il termine è riferito anche ad altre grandezze alternate (intensità di corrente, flussi d’induzione magnetica, ecc.). Nella teoria quantistica dell’atomo, a. (o probabilità) di transizione, la probabilità che nell’unità di tempo l’elettrone passi da uno stato quantico a un altro. Nel linguaggio scient., il termine è inoltre usato per indicare la differenza tra il valore massimo e il valore minimo di una grandezza comunque variabile; così, in geofisica, a. di marea è la differenza tra il livello d’alta marea e quello di bassa marea; significati affini hanno, in marina, le espressioni a. del rollio e a. del beccheggio (mentre a. di una salva indica la larghezza della rosa di una salva).