ammazzare
v. tr. [der. di mazza, propr. «colpire con una mazza»]. – 1. a. Uccidere con mezzi violenti: fu ammazzato dai rapinatori; ho ammazzato una lepre; quando ammazziamo il maiale?; va a morì ammazzato!, tipica ingiuria romanesca. Come termine di macelleria, anche usato assol.: carne, no signore, perché ieri l’avevan già finita e fino a sabato non ammazzano (Fucini). b. estens. Provocare la morte, essere in qualche modo causa di morte: ne ammazza più la gola che la spada; l’ha ammazzato il troppo bere. 2. Con sign. attenuati: a. Ridurre una persona in gravi condizioni: a. di botte, di pugni, di legnate. b. Stancare molto, sfinire, stremare: sono fatiche che ammazzano; ci ammazza con tutte le sue chiacchiere; è una salita che ammazza; il caldo mi ammazza. c. Deprimere, mortificare: a. lo spirito, a. l’ingegno. d. Ammazza! ammazza!, voci di eccitamento contro qualcuno (con sign. simile a dàlli!, dàlli!); ammàzzelo, ammàzzete, nel romanesco, v. ammazza. 3. rifl. Uccidersi: era stanco della vita e s’è ammazzato; trovare la morte: s’è ammazzato in un sorpasso pericoloso; m’è scivolato un piede, e per poco non m’ammazzavo; essere causa della propria morte: s’è ammazzato con la vita sregolata che faceva; sfacchinare tanto da perdere la salute: ammazzarsi di lavoro; ammazzarsi con lo studio; ammazzarsi per tenere in ordine la casa, per tirare su i figli, per mandare avanti la famiglia. 4. a. fig. A. il tempo, la noia, occupare in qualche modo il tempo per non stare senza far nulla. b. Nel gioco delle carte, superare la carta dell’avversario con altra di maggior valore: lui ha messo giù il fante di briscola, ma io gliel’ho ammazzato col re.