altoforno
altofórno s. m. [comp. di alto1 e forno] (pl. altifórni). – Forno a funzionamento continuo per la fabbricazione della ghisa: è costituito da un’alta torre in muratura, formata da due tronchi di cono disuguali, quello superiore più lungo (tino), l’altro inferiore più corto (sacca), raccordati da un elemento cilindrico (ventre). Il tino termina in alto con un orifizio o bocca; la sacca termina in fondo con un corto pozzo cilindrico detto crogiolo. La torre viene caricata attraverso la bocca con strati alterni di minerale, fondente e coke, che viene acceso dal basso: l’ossido di carbonio proveniente dalla combustione del coke, percorrendo in controcorrente l’intera torre riduce i minerali a ferro che fonde nel crogiolo, uscendo, sotto forma di ghisa, assieme alle scorie parimenti fuse. A. a carbone di legna, usato nelle prime applicazioni del sec. 17°, e anche oggi in alcuni paesi che hanno abbondanza di legname; a. elettrico, tipo di altoforno, poco in uso, in cui la ghisa viene prodotta con processo elettrosiderurgico. Sono detti gas d’a. i gas che escono dalla bocca dell’altoforno e che, dopo opportuna depurazione, possono essere usati come combustibile per produrre energia.