alleluia
allelùia s. m. [dal lat. alleluia, gr. ἀλληλούια, traslitt. dell’ebr. hallĕlū Yāh, hallĕlū «lodate» e Yāh, forma breve del nome proprio della divinità Yahweh nel monoteismo ebraico], invar. – Esclamazione di gioia in inni e orazioni della chiesa; è, in origine, formula liturgica ebraica che ricorre soprattutto in alcuni salmi detti appunto alleluiatici, passata poi nella liturgia cristiana come acclamazione di trionfo, grido di santo tripudio: è il canto proprio del tempo pasquale (dalla notte di Pasqua al giorno di Pentecoste), ed è frequente nei testi salmodici del breviario e del messale. Per estens., canto di gioia: cantare alleluia; iron., alleluia!, come esclam. antifrastica di disappunto, di contrarietà e sim.: si va diffondendo una cultura che non è più soltanto marxista o nichilista: a.! Che nuova libertà si respira, che leggerezza (Marco Guzzi); in senso fig., essere vecchio come l’alleluia, vecchissimo.