alba1
alba1 s. f. [lat. alba, femm. sostantivato dell’agg. albus «bianco»]. – 1. a. La fase di passaggio dalla notte al giorno, in cui, per effetto della rifrazione e della diffusione dei raggi solari nell’atmosfera, si manifesta il primo chiarore del mattino, prima dell’apparire del sole sull’orizzonte, con una luminosità via via in aumento: il sorgere, l’apparire dell’a.; allo spuntare dell’a.; alzarsi, levarsi all’a., mettersi in cammino all’a.; Tempo era quando l’a. s’avicina, E divien fosca l’aria ove era bruna (Poliziano); L’a. in tanto sorgea nunzia del sole E ’l ciel cangiava in orïente aspetto (T. Tasso); Sorge il mattino in compagnia dell’alba Innanzi al sol (Parini); s’adopra Di fornir l’opra anzi il chiarir dell’a. (Leopardi). b. fig. Principio, primo manifestarsi di qualche cosa: l’a. del nostro Risorgimento. 2. Genere di componimento poetico-musicale (provenz. alba, fr. aube, ted. Tagelied), originariamente connesso al canto o grido della scolta che annunciava l’apparizione dell’aurora, e perciò di tema prettamente guerresco; più tardi, nella poesia trovadorica, canto d’amore che, sul tema dell’apparizione dell’alba, svolge varî motivi: canto mattutino degli uccelli, dispetto degli amanti per la separazione, richiamo della scolta che ammonisce l’innamorato di sciogliersi dalle gioie d’amore prima che «il geloso» lo sorprenda, invito della donna che prega l’amico di partire.