affetto2
affètto2 s. m. [dal lat. affectus -us, der. di afficĕre «impressionare»]. – 1. Sentimento particolarmente intenso, che trae energia dagli istinti, e s’acuisce sotto l’impulso di cause atte a commuovere l’animo (ira, sdegno, amore, pietà, ecc.): i nostri a., preso che abbiano un corso, più non si arrestano (Cuoco); e gli lasciò nel petto Di gioia e di dolor confuso affetto (T. Tasso); suscitare, muovere gli a., eccitarli in altri; mozione degli a., parte dell’oratoria che mira a suscitarli negli ascoltatori. Nell’uso poet., anche sentimento in genere: Mille a. in un guardo appaion misti (T. Tasso); già non arride Spettacol molle ai disperati a. (Leopardi); ma in genere con riferimento a sentimenti nobili: Sol chi non lascia eredità d’affetti Poca gioia ha dell’urna (Foscolo). Ant., desiderio: s’a conoscer la prima radice Del nostro amor tu hai cotanto a. (Dante). 2. a. Nell’uso com., inclinazione sentimentale verso persone, animali o cose, meno intensa dell’amore e più regolata della passione: avere, nutrire, mostrare, serbare a.; sfogare, reprimere il proprio a.; portare a. a qualcuno; provare a. per qualcuno; porre, riporre il proprio a. in qualcuno; a. per l’amico, per i genitori, verso i figli, verso la moglie; a. per la terra nativa. b. L’oggetto del sentimento: il suo unico a. era la mamma. 3. a. Nella terminologia delle arti figurative, si diede il nome di affetti all’espressione psicologica della figura umana, della quale i trattatisti dei sec. 16° e 17° tennero gran conto. b. In musica, tra il sec. 16° e il 17°, nome attribuito all’abbellimento oggi detto tremolo. Come didascalia, con affetto equivale ad affettuoso.