aereo-suicida
(aereo suicida), loc. s.le m. Aereo lanciato contro un obiettivo da parte del pilota deciso a morire nell’esplosione. ◆ Guardiamo le ultime due «fine di secolo» che il mondo ha vissuto. Tra lo sparo isolato e gli aerei-suicidi, tra un re ammazzato (il nostro, Umberto I, fu ucciso il 29 luglio 1900) e le migliaia di vittime di New York, tra gli anarchici e il fondamentalismo islamico intercorre tutta intera la distanza che cronologicamente separa i due secoli. (Giovanni De Luna, Stampa, 18 settembre 2001, p. 31, Estero) • l’uso intensissimo e sofisticato che i terroristi stanno facendo dei (nostri) mezzi di comunicazione, soprattutto audiovisivi. A cominciare dall’agghiacciante impatto in diretta mondiale dell’aereo suicida sulla seconda torre, l’atto che ha fissato per sempre nella coscienza di tutti noi l’inizio di questa tragedia. (Mauro Calise, Mattino, 26 settembre 2004, p. 1, Prima pagina) • [Khalid Sheikh] Mohammed era incontestabilmente uno degli alti responsabili dell’esercito del crimine di [Osama] Bin Laden. È senza dubbio lui ad aver inventato, a Manila, la strategia dell’aereo-suicida che, dieci anni dopo, ha avuto gli effetti che conosciamo sul World Trade Center. (Bernard Henri Levy, Corriere della sera, 21 marzo 2007, p. 36).
Composto dal s. m. aereo e dall’agg. suicida.
Già attestato nella Repubblica del 2 luglio 1987, p. 11.
V. anche aereo-kamikaze.