adultizzare
v. tr. Rendere adulto, far diventare precocemente adulto. ◆ il ministro [Livia] Turco nella sua relazione si sofferma appunto su una società che «adultizza» i più piccoli in modo precoce, «li riempie di cose ma li annoia, non consente loro di giocare quanto e come vorrebbero». (Maria Novella De Luca, Repubblica, 20 novembre 1998, p. 22, Cronaca) • Che siano in vetrina o nell’armadio, sui vestiti i bambini hanno sempre di più le idee (o i capricci?) chiare. Questo sì, questo no! Per la disperazione di mamme, papà, nonni e tate che si ritrovano a vivere acquisti o vestizione come un altro piccolo dramma da risolvere. Maria Rita Parsi, psicoterapeuta infantile, non ha dubbi che siamo a un altro paragrafo di «chi la fa l’aspetti». «È una società che tende ad adultizzare il bambino, dunque non poteva succedere altrimenti». (Paola Pollo, Corriere della sera, 24 settembre 2004, p. 22, Cronache) • La moda adultizza i bambini facendogli bruciare le tappe. Mentre madri e padri spesso si infantilizzano vestendosi da ragazzi, i figli crescono sempre più velocemente, in un omologato livellamento fra le due generazioni. (Laura Laurenzi, Repubblica, 23 gennaio 2005, p. 43, La Domenica di Repubblica).
Derivato dal s. m. adulto con l’aggiunta del suffisso -izzare.
Già attestato nella Stampa del 22 febbraio 1995, p. 5, Interno (Raffaella Silipo).