adattare
v. tr. [dal lat. adaptare, comp. di ad- e aptare «adattare»]. – 1. a. Rendere adatto a uno scopo determinato, applicare convenientemente a persona o cosa: a. una stanza a studio; a. il vestito alla persona; a. la musica ai versi, il discorso alla circostanza; a. un testo per il teatro. In elettrotecnica, a. un circuito a un altro, a. un altoparlante a un amplificatore, ecc. b. Disporre, collocare in modo opportuno: a. lo scudo al braccio; a. gli occhiali al naso; Tosto Cupido entro a’ begli occhi ascoso, Al nervo adatta del suo stral la cocca (Poliziano). 2. intr. pron. Convenire, essere adatto, addirsi: quel vestito gli si adatta benissimo; è una parte che non gli si adatta affatto. 3. rifl. Assuefarsi o conformarsi (biologicamente o spiritualmente) a determinate condizioni dell’ambiente, della vita, della realtà, riducendo via via le proprie reazioni o resistenze a tali condizioni: adattarsi a un clima, a un nuovo ambiente ecologico; non tutti riescono ad adattarsi alle nuove tecnologie; adattarsi alla situazione, alle circostanze, ai tempi; i suoi occhi si adattarono a poco a poco a vedere nella semioscurità. Con accezioni più ristrette: accomodarsi alla meglio: per quella notte, si adattarono a dormire nel retrobottega (o anche, si adattarono nel retrobottega); rassegnarsi: gente che si adatta a fare tutti i mestieri per vivere; e con uso assol.: non è una situazione piacevole, ma bisogna adattarsi; è uno che si adatta, che si sa adattare. ◆ Part. pass. adattato, anche come agg., col sign. di adatto, conveniente, opportuno: usar le maniere più a proposito, trovar le parole più adattate, a rincorare, a tranquillizzare quella poverina (Manzoni). ◆ Raro l’avv. adattataménte, in modo adatto, convenientemente, opportunamente.