acrostico1
acròstico1 s. m. [dal gr. tardo ἀκρόστιχον, comp. di ἄκρος «estremo» (v. acro-) e στίχος «verso3»] (pl. -ci). – 1. Tipo di poesia in cui le iniziali dei singoli versi, lette nell’ordine, formano una parola o frase (detta anch’essa acrostico), per es. il nome dell’autore o della donna amata, il titolo di un’opera o altro; fu molto diffuso fra i Greci dell’età ellenistica, poi nella poesia latina cristiana, medievale e bizantina in soggetti sacri e profani (nella poesia italiana è famoso l’acrostico formato dai capoversi delle terzine dell’Amorosa visione del Boccaccio, che costituiscono la dedica del poemetto a Maria d’Aquino). Il termine è usato anche come agg.: carme a.; sonetti acrostici. 2. estens. Parola formata dalle iniziali di parole singole: per es. ΙΧΘΥΣ (’ Ιη σοῦς Χριστὸς Θεο ῦ Υἱὸς Σωτήρ «Gesù Cristo figlio di Dio Salvatore»). Acrostici di questo genere si hanno in alcune sigle industriali, commerciali e sim., quando le iniziali delle parole componenti hanno un senso compiuto: così LUCE (La Unione Cinematografica Educativa). 3. In enigmistica, gioco consistente nel trovare un dato numero di parole di cui si dà la definizione, e le cui iniziali lette in ordine dànno una parola o una frase di senso compiuto.