KRASIŃSKI, Zygmunt
Poeta polacco, nato a Parigi il 19 febbraio 1812, ivi morto il 23 febbraio 1859. Rimasto orfano di madre, che era una principessa Radziwiłł, all'età di 10 anni, subì, dall'infanzia sino agli ultimí anni della vita, l'ascendente del padre, il generale Wincenty K., che, dopo aver ricondotto in patria le truppe polacche di Napoleone, era passato al servizio dello zar Alessandro, elevando a dogmi di vita la lealtà verso il nuovo padrone e l'avversione per ogni rivolta politica o sociale. Sotto la guida del padre e di educatori scelti, il giovine K. crebbe (a Varsavia e in campagna, a Opinogóra) in un'atmosfera di grande ricchezza, di gloriose tradizioni familiari, di elevata spiritualità, ma anche di fremiti patriottici. Maturò rapidamente: a 12 anni cominciò a scrivere, a 15 s'immatricolò all'università di Varsavia. Due anni dopo dovette abbandonarla per un conflitto sorto tra lui e i suoi compagni (in una questione di carattere patriottico K. si era docilmente piegato alla volontà del padre); si trasferì allora a Ginevra, dove frequentò l'università e la società cosmopolita, conoscendovi Mickiewicz e l'inglese H. Reeve, il quale fu per qualche anno il suo più intimo amico e confidente (Correspondence di Sigismond Kr. e H. R., a cura di J. Kallenbach, Parigi 1902). Quando a 17 anni si recò da Ginevra in Italia, aveva già scritto alcuni racconti storico-romantici e parecchi articoli letterarî e storici nella Bibliothèque Universelle. A Roma lo raggiunse la notizia della rivoluzione polacca che, per la decisa avversione del padre ai rivoltosi, acuì il suo dissidio interiore e minò ancora più la sua salute già scossa. Ritorna allora a Ginevra (1831-32), e, obbedendo al padre, si reca a Pietroburgo, ove trascorre alcuni mesi (inverno 1832-33) di grandi sofferenze fisiche - minaccia di cecità - e morali. Nella primavera del 1833 riprende la via dell'Occidente e da allora in poi, con poche interruzioni, conduce all'estero, sempre vagando (in Italia: a Roma, Firenze, Venezia e Napoli; a Vienna; in Germania: a Monaco, Wiesbaden, Kissingen, Heidelberg, Baden; in Francia: a Nizza, Parigi, Plombières, Dieppe; in Svizzera: a Friburgo), una vita ricca di amori - per Joanna Bobrowa, 1834-38; per Delfina Potocka (1839-43, v. Listy do Delfiny Potockiej, Lettere a D. P., a cura di A. Żółtowski, Poznań 1930) - di amicizie: per lo scrittore K. Danielewicz, per il filosofo A. Cieszkowski (Listy do A. Cieszkow skiego, voll. 2, Cracovia 1912), per J. Słowacki, dal quale si separerà dopo qualche anno; eppure estremamente tragica: per il continuo peggiorare della malferma salute; per l'infelice matrimonio con Elisa Branicka, impostogli dal padre; per l'inevitabile falsità della sua posizione di fronte agli emigrati. E tragica anche per l'impossibilità in cui egli si è sempre trovato di agire nel campo politico e per il continuo rifugiarsi in un mondo visionario, cui solo di rado riesce a dare un'adeguata espressione poetica. Spirito di chiosatore e d'interprete geniale più che di vero creatore, K. non ha quasi mai saputo vedere il mondo staccato dall'amore e dalla pietà che aveva di sé stesso, né liberare la sua profonda capacità d'introspezione da un dilagante pathos retorico; questo in ultima analisi annebbia e rende spesso poco efficace anche quel suo nobile lirismo che, nutrito di elementi culturali e filosofici, dà alla sua arte romantica un'impronta personale di grande dignità ed elevatezza morale.
Le due opere principali del K.: Nie-boska komedia (La non Divina Commedia, tiad. ital. di M. A. Kulczycka, Roma 1926) e Irydion (Iridione, trad. ital. di C. Garosci, Roma 1926), pubblicate a Parigi, nel 1835 e nel 1836 (anonime, come le altre sue opere), rappresentano due aspetti diversi della lotta eterna tra passato e avvenire, tra le forze che nascono e le forze che tramontano. Grandiosamente concepiti, questi poemi tragici uniscono, in una serie di quadri, ora plasticamente suggestivi e ora ermeticamente simbolici, elementi personali (nel poeta aristocrate della Nie-boska, che difende l'ultima trincea delle tradizioni contro l'invadente democrazia è raffigurato il K. stesso; a sua volta. Iridione, che non riesce a riportare una vittoria completa sulla Roma decadente di Eliogabalo, rappresenta in più di un particolare l'ideologia evoluzionista del poeta), elementi patriottici (nella lotta tra cristiani e pagani, tra il male e il bene, che forma il contenuto principale dell'Iridione, è adombrata la lotta tra la Polonia e la Russia) ed elementi universali. La mancanza di una netta soluzione dei problemi artisticamente prospettati in questi due capolavori giovanili denota il pessimistico dissidio del poeta; ma già il finale dell'Iridione indica la via, per cui nella costanza dell'abnegazione e nella purificazione dell'amore sarà assicurata la vittoria della giustizia. A rinforzare il poeta in questo ideale, più ancora dell'intensivo studio della filosofia hegeliana (trittico poetico-filosofico Trzy myśli ś. p. Henryka Ligenzy, Tre pensieri del fu H. L., 1840), ha servito il momento di euforia trascorso in Italia con la Delfina Potocka, che ha trovato uno sfogo entusiastico nel Przedświt (Prealba, 1843), ove, inquadrata in una visione di rigenerazione universale, è preannunziata con fede messianica la risurrezione della patria. L'ottimismo religioso che pervade quest'opera riecheggia ancora, ma talvolta senza slancio lirico, nei Psalmy przyszłości (Salmi dell'avvenire, 1845), che tentano di risolvere il problema patrio nella concorde azione del popolo e della nobiltà e nell'eliminazione di ogni lotta sociale.
Ediz.: Pisma (Scritti), in 8 voll., a cura di J. Czubek, Cracovia 1912; Dziela (Opere) a cura di L. Piwiński, Varsavia 1932; ottime sono le edizioni critiche nella Bibljoteka Narodowa di Cracovia: di Nie-boska Komedja e Przedświt a cura di J. Kleiner, di Irwdion a cura di T. Sinko, di Psalmp przyszłości a cura di M. Kridl. Dell'ampio e importante carteggio del K. non ci sono che edizioni parziali. Oltre alle edizioni già citate menzioniamo Listy (Lettere) in 3 voll., Leopoli 1882-87.
Bibl.: St. Tarnowski, Z. K., 2ª ed., Cracovia 1912; J. Kallenbach, Z. K. Życie i twórczosć lat młodych (Vita e opere degli anni giovanili), voll. 2, Leopoli 1904; J. Kleiner, Z. K., Dzieje myśli (Storia del pensiero), voll. 2, Leopoli 1912; Księga pamia̢tkowa Z. Krasińskiego (Libro commemorativo in onore di Z. K.), voll. 3, Leopoli 1912; J. Chrzanowski, Poezja Kr., Próba syntezy, Leopoli 1928; J. Klaczko, La poésie polonaise au XIXe s. et le poète anonyme, in Revue des deux mondes, 1926; E. Krakowski, L'Europe romantique. Trois destins tragiques: Słowacki, Krasiński, Norwid, Parigi 1931; L. Wellisz, Les amis romantiques: A. Scheffer et ses amis polonais (preceduta da uno studio di G. Sarrazin, Le poète anonyme de la Pologne), Parigi 1933; Ogonowska, Studio critico su S. Kr., Bologna 1887; M. Gardner, The Anonymous poet of Poland, Cambridge 1919; N. Nucci, S. Kr., Padova 1928; G. Bertoni, Il poeta anonimo della Polonia, in Spunti, scorci e commenti, Ginevra 1928; M. Bersano Begey, Pagine di vita e d'arte romana in S. K., Roma 1932.