BENCIVENNI, Zucchero
Fiorentino del "popolo" di S. Piero Maggiore, notaio, il B. ha consegnato le poche notizie che sinora ci son giunte di lui agli incipit e agli explicit delle sue opere, che permettono di fissare la sua attività tra il '300 e il 1313, e ci danno notizia della sua presenza ad Avignone nel 1310, quando egli tradusse Le régime du corps di Aldobrandino da Siena.
Tra i contemporanei traduttori e volgarízzatori, il B. mostra particolare propensione per i testi scientifici, dalla medicina all'astronornia. Nel 1300 egli traduce infatti (da un volgarizzamento francese?) la versione latina, dovuta a Gherardo da Cremona, del Liber medicinalis Almansoris, composto dal più illustre e famoso tra i medici arabi, Rhazes (edizione, parziale, a cura di B. Podestà, E. Rostagno ed altri: Del regimento di coloro ke fanno viagio, nozze Morpurgo-Franchetti, Firenze 1895); nel 1310 mette in volgare fiorentino il popolare Règime du corps (edizioni, parziali, di G. Manuzzi, Trattato di fisonomia, Firenze 1867; di O. Targioni Tozzetti, Trattato della fisonomia del maestro Aldobrandino..., Livorno 1868, e Le quattro stagioni..., Livorno 1871; di F. Zambrini, Ammaestramenti a conservare la sanità del corpo..., Bologna 1869, Dottrina a guardare il visaggio ..., Imola 1872, e Del conservare i capelli e i denti, Imola 1876; di S. Morpurgo, Ammaestramenti degli antichi su l'igiene..., Firenze 1892, pp. 7-14; di A. Schiaffini, Testi fiorentini del Dugento..., Firenze 1926, pp. 185-201); nel 1313, sempre partendo, sembra, da un volgarizzamento francese, traduce la Sphaera del Sacrobosco, attribuita erroneamente al più famoso Alfragano (ed. parz. di O. Fanfani, in Il Borghini, I [1863], pp. 158-60).
La traduzione di Rhazes è chiusa, nel codice Laur. LXXIII, plut. 43, da un acrostico in cui il B. se ne dichiara autore; il lapidario, risalente a quello ben noto di Marbodo, che nello stesso codice lo segue, è stato perciò attribuito allo stesso B. (Libro de le virtudi de le pietre preziose, edito da E. Narducci in Propugnatore, II, 1869, t. 1, pp. 307-26): si tratta di un testo modesto, che ebbe la ventura d'essere utilizzato dall'autore dell'Intelligenza nelle ottave 16-58 del suo poemetto (cfr. L'Intelligenza, a cura di V. Mistruzzi, Bologna 1928, pp. XCIX-CX). Più che altro per affinità di argomento, fu attribuito al B., dal Redi e da altri, un gran numero di volgarizzamenti di opere scientifiche: del Thesaurus pauperum di Pietro Ispano, poi papa Giovanni XXI (edizioni: Firenze 1488; Venezia 1494, ecc., più due incunaboli s. l. né d.; infine, a cura di F. Zambrini, Bologna 1873), della Consolazione delle medicine di G. Mesue (edizioni: Modena 1473; Firenze 1480; Venezia 1487, 1493, 1521, ecc.), e infine il Trattato delle virtù del ramerino (edizione di F. Zambrini, Bologna 1866). Attribuzioni che andrebbero controllate, e che riteniamo destinate a cadere tutte, o quasi.
La principale traduzione del B. esce però dall'ambito della letteratura scìentifica: si tratta infatti della Somme le Roi di frate Laurent, opera di grande ampiezza e di notevole varietà stilistica, dato che gli insegnamenti di filosofia morale e di catechismo vi sono arricchiti da diretti, e spesso pungenti, riferimenti alla società contemporanea nelle sue varie classi e con le sue varie follie. L'opera, che fu diffusissima in tutta Europa, e perciò anche in Italia, sia nel testo originale, sia in traduzioni, raggiunse da noi la sua massima diffusione proprio nella veste che le diede il B. (edizioni, parziali, di L. Rigoli, Volgarizzamento dell'Esposizione del Paternostro, Firenze 1828, e di L. Barbieri, Trattatello delle virtù, Bologna 1863); ne deriva direttamente, per es., la versione siciliana (G. De Gregorio, Il libro dei vizii e delle virtù, testo siciliano inedito del sec. XIV, Palermo 1892-1893; v. pure G. Rossi Taibbi, in Repert. Storico-critico dei testi in antico sicil., a cura di E. Li Gotti, Palermo 1949, pp. 39-48).
Tutte le traduzioni del B. sono caraterizzate dall'alta percentuale di gallicismi; quella della Somme le Roi, che finora è stata solo esaminata dai compilatori del Vocabolario della Crusca e dagli editori, si distingue per felicità espressiva e maturità di dettato.
Bibl.: G. M. Mazzuchelli, Gli Scrittori d'Italia, II, 2, Brescia 1760, pp. 794 s.; L. Rigoli, Sopra Z. B., in Atti d. Accad. d. Crusca, II (1829), pp. 335-350; F. Lospalluto, I volgarizzamentt inediti, dei secoli XIII e XIV, I, Zucchero Bencivenni, Altamura 1921; G. Bertoni, Il Duecento, Milano 1954, p. 379; N. Sapegno, Il Trecento, Milano 1955, p. 164.