ZOILO (Ζωίλος, Zoĭlus)
Di Anfipoli in Macedonia, storico e retore, contemporaneo di Alessandro e, parrebbe, di Tolomeo I. Fu scolaro di Policrate e di Isocrate; maestro di Anassimene e di Demostene (?). Più che per una storia dalla teogonia alla morte di Filippo e per un'opera sulla sua patria, Anfipoli, totalmente perdute, fu famoso o infame nell'antichità per il suo odio contro Omero, che gli procurò il nomignolo di ‛Ομηρομάστιξ "Frusta di Omero"; a questa passione egli avrebbe dato sfogo - oltre che in un encomio di quei di Tenedo e in un encomio di Polifemo, in cui si mostrava che questo, e non Ulisse, avrebbe avuto l'approvazione degli dei - particolarmente in nove libri contro la poesia di Omero.
Connessioni con i lirici, asserite dai moderni, non sono provate; la lista dei suoi maestri e scolari prova che fu un retore, e a un retore ben si attaglia l'elogio di una specie di orco, come mostra anche il Busiride di Isocrate. I numerosi ma brevi frammenti conservati dell'opera principale mostrano ch'egli censurava in Omero colpe contro la convenienza, l'etica, i caratteri, anche la grammatica (e qui egli si rivela persino conoscitore dell'antica lingua), in modo sofistico e retorico. Piuttosto che con la lotta dei lirici contro la tradizione, la sua opera si connettem con i lavori degli ἐνσταρικοί e λυτικοί che nel sec. IV, proseguendo gli antichi sofisti e sul modello dei retori contemporanei, discutevano se Omero in questo o quel punto non peccasse contro la pietà, il costume, la dignità e così via o non contraddicesse sé stesso, e lo risolvevano talvolta con interpretazioni forzate, talvolta indicando come Omero avrebbe dovuto scrivere, cioè, a loro detto, avrebbe scritto. Aneddoti sulla morte di Z. rispecchiano l'indignazione di generazioni più recenti contro un'attività che esse ormai più non intendevano. I frammenti furono raccolti e conservati da F. Jacoby, Fragmente der griechischen Historiker, II,1, 109; 2, 103.
Bibl.: U. Friedländer, De Zoilo aliisque Homeri obtrectatoribus, diss., Königsberg 1895. Il giudizio di H. Usener, Kleine Schriften, I, p. 13, è errato. Meglio K. Lehrs, De Aristarchi studiis homericis, 3ª ed., Lipsia 1882, p. 200 segg. Su ἐνστατικοί e λυτικοί, G. Pasquali, Storia della tradizione e critica del testo, Firenze 1934, p. 223 segg.