ZIYĀRIDI
RIDI Dinastia persiana musulmana, che regnò sulle regioni costiere del Caspio meridionale nei secoli IV-V dell'ègira (sec. X-XI d. C.). Trae il nome da uno Ziyār, il cui figlio Mardāwīǵ verso il 316 eg. (928), si rese praticamente indipendente dai Califfi ‛abbāsidi e dai Sāmānidi nel Ṭabaristān e Giurgiān, riuscendo a spingere il suo potere nell'al-Gibāl (antica Media), sino alle frontiere della Mesopotamia. Questo è il massimo limite raggiunto dalla potenza degli Ziyāridi, che sotto i successori di Mardāwīǵ (Washmghīr, 323-356 eg. [935-967], Bīsutūn, 356-366 eg. [967-976], Qābūs I 366-403 eg. [976-1012], Minūcihr, 403-420 eg. [1012-1029], Anūsharwān, 420-441 eg. [1029-1049], Qābūs II, 441-462 eg. [1049-1069], Ghīlānshāh, 462-470 eg. [1069-1077]) fu di nuovo ristretta alle provincie caspiche del Giurgiān e del Ṭabaristān. Queste andarono a loro volta perdute per gli Z. dinnanzi all'invasione selgiuchide. Nel 470 eg. (1077) moriva l'ultimo sovrano ziyāride, detronizzato dal selgiuco Malikshāh. Gli Z. ebbero anche una certa importanza culturale: alla corte di Minūcihr poetò, e da lui prese il nome, il poeta persiano Minūcihrī, e all'altro ziyāride Qābūs II è attribuito il noto manuale didattico ed etico Qābūs-Nāmeh (Libro di Q.), che egli avrebbe composto per il figlio Ghīlānshāh.
Bibl.: C. Huart, in Mém. de l'Acad. des inscr., XLII (1922); E. de Zambaur, Manuel de généalogie et chronologie pour l'hist. de l'Islam, Hannover 1927, pp. 210-11.