ZITA di Borbone-Parma, imperatrice d'Austria e regina di Ungheria
Nacque nella villa delle Pianore, presso Viareggio, il 9 maggio 1892 dal secondo matrimonio di Roberto di Borbone, ex-duca di Parma, e in quella villa passò i primi anni della sua vita. Nell'ottobre 1911 sposò l'arciduca Carlo d'Asburgo. I primi tempi di quel matrimonio d'amore e non di convenzione passarono in una placida vita di famiglia che, allietata subito dai figli, strinse più saldamente i vincoli d'affetto fra i due coniugi.
L'assunzione al trono di Carlo (22 dicembre 1916) ne accrebbe l'azione e la responsabilità. Energica e intelligente, da allora, anche nelle cose di stato più gravi e importanti, Z. fu la consigliera più fida, accorta e ascoltata del marito, e gli fu sempre a fianco in qualsiasi occasione. Le sue simpatie andavano alla Francia, patria d'origine della sua famiglia, e la sua avversione alla Germania. Perciò, avendo veduto con dolore lo scoppio della guerra mondiale, ora si dedicò a ristabilire la pace, anche perché in essa vedeva l'unica salvezza dell'impero asburgico. Chiese ed ottenne che i suoi fratelli si facessero i mediatori fra l'Austria e l'Intesa, e di qui nacque il tentativo legato al nome del principe Sisto, il quale dietro le insistenti preghiere della sorella, nella primavera del 1917, si recò due volte a Vienna e discusse e concertò con lei e col cognato i passi da farsi con l'Intesa. Il tentativo fallì per l'ostilità, dovuta anche a lei, ad ogni concessione all'Italia.
D'altro canto, per evitare lo smembramento della monarchia Z. propugnò una politica favorevole alle aspirazioni delle varie nazionalità dell'impero; ma questi propositi furono resi vani dall'opinione dei ceti dirigenti austriaci e ungheresi e dalle correnti pangermaniste.
Fu sempre contraria all'invio di truppe austriache sulla fronte francese.
Tutto questo suscitò contro di lei le diffidenze e le ostilità di quei ceti che la consideravano come una straniera, dando luogo a dicerie di ogni genere e anche a calunnie, come quella di tradimento. Durante la crisi della fine di ottobre e del principio di novembre 1918 fu l'unica che si mantenne calma, e anche dopo l'abdicazione non perdette la fede nell'avvenire.
Nella primavera e nell'autunno 1921 fu a fianco del marito nei tentativi che questi fece per risalire sul trono ungherese. Dopo la morte di lui (31 marzo 1922) si dedicò interamente alla cura dei figli, non trascurando nemmeno l'eventualità della salita al trono del primogenito, arciduca Otto. Dal 1929 vive con i figli in un castello vicino a Bruxelles.
Bibl.: K. Werkmann, Der Tote auf Madeira, Berlino 1923; A. Polzer-Hoditz, L'ultimo degli Asburgo, Milano 1930; Ch. Redier, Zita, Princesse de la Paix, Parigi 1931; K. Werkmann, Deutschland als Verbündeter, Berlino 1931.