ZINCO (XXXV, p. 952)
La produzione mondiale di zinco è stata nel 1946 appena inferiore a quella del 1938 (1,3 milioni di t.), nonostante il ridotto contributo, specie dal 1944, di alcuni paesi europei, fra i quali l'Italia e la Germania che, prima della guerra, erano forti produttori di metallo. Tale risultato è stato acquisito soprattutto per merito dei produttori statunitensi che, utilizzando anche minerali esteri, hanno superato nella misura del 65% la produzione di metallo ottenuta nel 1938 (373.000 t.) e di quelli inglesi. Anche il Canada, il Messico, l'Argentina e il Perù hanno intensificato, specie durante la guerra, l'estrazione di minerali di zinco e l'attività delle fonderie, contribuendo a compensare la minore produzione di altri paesi (Belgio, Francia, Norvegia, Olanda), tutti però già in netta ripresa nel 1946. In complesso l'estrazione di minerali di zinco è aumentata nella misura del 25% rispetto al 1938 nel continente americano e il suo contributo alla produzione mondiale è passato dal 68% in tale anno all'89% nel 1946.
In Europa, la Germania occidentale ha ottenuto soltanto poche centinaia di tonnellate di metallo nel 1946, mentre, prima della guerra, l'intera produzione tedesca superava 200.000 t. annue. L'attività delle fonderie italiane è stata scarsa nel 1946 a causa della mancanza di combustibili e della penuria di energia elettrica. Ha raggiunto un ritmo pari al 50% circa di quello del 1938 durante il 1947. Difficoltà analoghe hanno ostacolato la produzione francese, che ha risentito anche delle irregolari forniture di minerali dal Nord Africa. La Svezia ha, invece, superato il livello produttivo prebellico.
La situazione del mercato mondiale non ha subìto mutamenti degni di rilievo durante il 1947, qualora si eccettui l'aumento della produzione di metallo degli S. U., che ha raggiunto 850.000 t., cioè 90.000 t. più del 1946. Il consumo interno statunitense è salito però a 800.000 t. nel 1947 (374.000 t. nel 1938), mentre gli stocks a fine anno, per effetto anche delle esportazioni, erano scesi a 68.000 t., contro 175.000 esistenti alla fine del 1946. Anche il consumo inglese è aumentato nel 1947, superando 220.000 t. (196.000 nel 1946), restando quindi a un livello più alto di quello prebellico (185.000 t. nel 1938). Gli stocks inglesi di metallo, alla fine del 1947, erano ridotti a 32.000 t. La Polonia, che prima della guerra occupava il quinto posto fra i produttori mondiali, ha ottenuto, nel 1947, circa 75.000 t. di metallo e conta di produrne 90.000 nel 1948, contro 107.000 prebelliche. Durante il 1948, mentre l'attività dei principali produttori è rimasta pressoché invariata, i piccoli produttori hanno intensificato la loro.
Nei confronti del 1938, le quotazioni mondiali dello zinco sono risultate più che raddoppiate nel 1947. Sul mercato statunitense, dopo l'abolizione del controllo governativo dei prezzi, il metallo (East St. Louis) è stato quotato 10,5 cents la libbra. Anche in Inghilterra la quotazione (f.o.b.) dello zinco estero è rimasta stabile sulle 70 Lst. la t. per tutto il 1947. In Italia il prezzo dello zinco elettrolitico in pani di prima fusione è passato, da circa 3 lire il kg. nel 1940, a 170-190 lire nel 1947. All'inizio del 1948, per effetto di una domanda molto sostenuta, i prezzi sono saliti a 12 cents negli S. U. ed in Inghilterra (f.o.b. porti esteri) a Lst. 75 la t. L'accentuato ritmo degli acquisti destinati alla formazione di scorte ha fatto salire ulteriormente i prezzi mondiali, fino a raggiungere alla fine del 1948, 15,5 cents la libbra negli S. U. e 106 sterline la tonnellata in Gran Bretagna. In relazione però alla cessazione degli acquisti per la ricostruzione di scorte e al maggior equilibrio tra domanda e offerta, nei primi mesi del 1949 si è iniziato un movimento al ribasso del prezzo americano e quindi di quello britannico (scesi rispettivamente, tra marzo e aprile, a 15 cents e a 101 sterline).