ZEUGMA
. Antica città dell'alta Siria, dove esisteva un ponte di barche per attraversare l'Eufrate. In epoca persiana il passaggio (lo zeugma) dell'Eufrate si trovava a Tapsaco (Arrian., Anab., II, 13; Strab., XVI, 1, 21). Seleuco Nicatore stabilì il nuovo passaggio che riuniva due città di nuova fondazione, Seleucia allo Zeugma (Εελεύκεια κατὰ τὸ Ζεῦγμα) e Apamea allo Zeugma. A Seleucia rimase per brevità il solo nome di Zeugma. Gli abitanti di Zeugma attribuivano però al loro ponte più antica origine, riferendolo secondo varie tradizioni ad Alessandro Magno, a Serse, o addirittura a Dioniso in viaggio verso le Indie. Con l'assetto dato alla Siria da Pompeo, Zeugma divenne città romana di confine con i Parti. Con le conquiste di Traiano Zeugma ccessò di essere città di confine, ebbe probabilmente un ponte di muratura al posto del ponte di barche, e acquistò maggiore importanza commerciale. Batté moneta con emissioni che vanno da Traiano a Filippo. All'impero appartenne fino alla conquista araba (637). Un suo vescovo fu al concilio di Nicea (325) e le sue fortificazioni ebbero restauri da Giustiniano. Vescovi giacobiti sono ricordati sino al sec. XI. Al tempo delle crociate la città doveva essere distrutta. Le rovine sono state riconosciute presso Balkiz una dozzina di chilometri a monte di Birecik.
Bibl.: F. Cumont, Études Syriennes, Parigi 1917, p. 119; W. Tscherikower, Die hellenistischen Städtegründugen, in Philologus, suppl. XIX, I (1827), p. 53 seg.