ZETEMA (Ζήτεμα)
Personificazione della Ricerca, probabilmente nel senso di ricerca di conoscenza, di autocoscienza. Appare, con il nome iscritto che la identifica, in una pittura della necropoli di Hermopolis Ovest (Tunah el-Gebel, Medio Egitto), scoperta nel 1933 in una tomba, datata dagli scavatori ad età adrianea (probabilmente più tarda) e attualmente al museo del Cairo.
La pittura presenta, tra due episodî della vita di Edipo (la risoluzione dell'indovinello della Sfinge, a sinistra, e l'uccisione di Laio a destra) tre personificazioni: Z., la Ricerca; Tebe (Θῆβαι), la città legata ad Edipo, ed Agnoia (῎Αγνυα) l'Ignoranza. Tutti i personaggi sono identificati da iscrizioni.
Probabilmente il tema della pittura non è né l'illustrazione della leggenda di Edipo, né di una tragedia consacrata a questa leggenda, come supponeva il primo editore, ma la spiegazione filosofico-religiosa del mito, e cioè la ricerca di se stessi, il riconoscimento di se stessi, lo zetèin, interrotto dai disastri dell'ignoranza.
Questo significato simbolico in connessione con il mito di Edipo è già presente in un passo di Plutarco (Moralia, 522 b-c), dove viene sottolineato che Edipo, cercando la sua identità, va incontro ad errori, ma la ricerca di verità, che è sempre all'origine delle sue tragiche vicende umane, lo riscatta alla fine da questi stessi errori.
La soluzione dell'indovinello è rappresentato nello schema solito: davanti ad una porta ad arco, Edipo, nudo, con un mantelletto allacciato sulla spalla, si porta il dito alla fronte nel noto gesto; di fronte a lui la Sfinge è sopra un alto basamento parallelepipedo, con cornici sagomate. Segue Z., il cui schema iconografico è mutuato da quello del Narciso che, seduto su di una roccia, guarda nella fonte la sua immagine riflessa. Nella speculazione neoplatonica della tarda antichità, la storia di Narciso diventerà infatti una allegoria della ricerca della verità, portata fino alle sue estreme conseguenze. È incerto però, se in questo punto della pittura, non chiaro e restaurato, apparisse il volto riflesso di Z. o un teschio, simile a quelli chiaramente raffigurati ai piedi della Sfinge: se così fosse, l'oggetto della "ricerca" dovrebbe essere (Lehmann) non la conoscenza di se stessi, ma del significato della morte. Va comunque sottolineato che Narciso è stato scelto come tipo iconografico di Zetema. La personificazione non sembra avere sinora repliche.
La figura femmnile di Tebe, che segue, manca della parte inferiore; forse era seduta; volge a destra la faccia spaventata incorniciata da corti riccioli.
Maggiore interesse offre la personificazione dell'Ignoranza, legata concettualmente a quella della Ricerca e, a sua volta, legata narrativamente all'episodio, l'ultimo a destra, dell'uccisione di Laio. La figura veste una tunica cinta e il manto, arrotolato sul fianchi, è annodato davanti; ha ambedue le braccia alzate verso sinistra, mentre il volto, spaventato, è volto a destra verso la tragedia di Laio. L'Ignoranza, responsabile di colpa, è una personificazione familiare nel pensiero antico fin dall'età ellenistica e doveva essere presente anche nel celebre quadro della Calunnia di Apelle (Luciano, Calumn., p. 5). Il Lehmann ha riconosciuto nella figura di Hermopolis lo schema iconografico del dèmone alato presente in scene dionisiache accanto alla fanciulla che disvela il lìknon e, in particolare, nel fregio della villa dei Misteri (v.). Questa pittura, con l'iscrizione, è anzi alla base di una nuova interpretazione di questa scena (e di scene similari), che diventerebbe allusiva della iniziazione dionisiaca, come fuga dall'ignoranza verso la verità e la rivelazione.
La scena della uccisione di Laio, infine, non è nello schema solito, con Laio strappato dal carro, ma presenta la variante del vecchio in ginocchio, raggiunto alle spalle da Edipo. La scena si svolgerebbe, secondo Lehmann, in un santuario.
Bibl.: Ill. London News, vol. 184, 21 aprile 1934, n. 598, fig. 6; S. Gabra, in Bull. ass. des amis des églises et de l'art copte, I, 1935, p. 37 ss.; id., Rapport sur les fouilles d'Hermoupolis Ovest, Il Cairo 1941, p. 98 ss.; S. Gabra-E. Drioton, Peintures à fresque et scenes peintes d'Hermoupolis Ouest (Touna el Gebel), Il Cairo 1954, p. 10 ss.