zerbinocrazia
s. f. (scherz. iron.) Il potere degli adulatori, di chi si fa zerbino dei potenti di turno.
• L’abbattimento di ogni personalità dissonante viene chiamato «spirito di squadra». Ma è zerbinocrazia. Tutti proni al servizio del capo, è così che si vince. Eppure la storia insegna che il capo viene tradito dai mediocri, mai dai talenti. (Massimo Gramellini, Stampa, 21 giugno 2010, p. 1, Prima pagina) • Tutto ciò ha determinato un paese in letargo, fondato sul paradigma del feudo, ove il signore tutto può concedere o togliere ai cortigiani. Immobile come i Borboni che nulla imparavano e nulla dimenticavano. Questo sistema è stato descritto da Massimo Gramellini, con efficace e amaro sarcasmo, come «zerbinocrazia», con ascesa dei furbastri. (Adelfio Elio Cardinale, Giornale di Sicilia, 11 luglio 2010, p. 54) • [tit.] La «zerbinocrazia» secondo [Marco] Travaglio / dibattito in Fiera [testo] [...] Dalla tv alle radio ai giornali, Travaglio denuncia e racconta un esercito di adulatori in ogni campo, dal calcio allo spettacolo, in un libro che propone un catalogo ragionato della «zerbinocrazia» italiota. (Paolo Viotti, Repubblica, 27 giugno 2015, Bari, p. X).
- Composto dal s. m. zerbino con l’aggiunta del confisso -crazia.
> maggiordomocrazia.