ZENON (Ζήνων)
Sono noti varî artisti greci di questo nome, nell'oriente greco di età ellenistica e romana:
1°. - Scultore di Amisos sul Ponto, attivo a Rodi tra il II ed il I sec. a. C. (Clara Rhodos, ii, 1929, p. 194).
Bibl.: Th. Reinach, in Rev. Ét. Gr., XVI, 1904, p. 185; G. Lippold, Handb., III, i, Monaco 1950, p. 377.
2°. - Scultore greco di Soli, attivo a Lindos nel I sec. a, C, con Sosipatros (I.G., xii, 1, 862). È, con ogni probabilità, il padre di Asklepiodoros 3° e Pythokritos.
Bibl.: v. asklepiodoros, 3°; sosipatros; Chr. Blinckenberg, Lindos, I, Copenaghen 1941, p. 54, n. 71; G. Lippold, Handb., III, i, Monaco 1950, p. 377; G. Pugliese Carratelli, in La Parola del Passato, V, 1950, p. 76 ss.; M. Segre-G. Pugliese Carratelli, in Annuario Atene, XXVII-XXIX, 1949-1951, n. 84.
3°. - Architetto greco attivo nel II sec. d. C., figlio di Theodoros, autore del teatro di Aspendos, costruito al tempo di Antonino Pio (C.I.L., III, 231, a-B; C.I.G., 4342 d).
Bibl.: v. aspendos; inoltre: M. Bieber, History of the Greek a. Roman Theater, Princeton Univ. 1939, p. 375 ss., fig. 494 ss.; id., in Thieme-Becker, XXVI, 1947, p. 462, s. v.; L. Crema, L'architettura romana, Enciclopedia Classica, XII, Torino 1958; A. Frova, L'arte di Roma e del mondo romano, Torino 1961, pp. 91; 781 ss.; 790 ss.
4°. - Figlio di Attinas, scultore di Afrodisiade, attivo nel II sec. d. C.
Ha firmato la statua-ritratto di un personaggio seduto, dalla Villa Ludovisi, al Museo delle Terme (Löwy, I.G.B., n. 365); gli si può attribuire anche una statua femminile ammantata, ora perduta, da Siracusa (ibid., n. 367) e con maggior probabilità un'erma acefala del Vaticano accompagnata da una lunga iscrizione metrica (ibid., n. 549). In essa lo scultore dichiara di aver eseguito all'età di ottanta anni il monumento funebre della moglie Klymene e del figlio Zenas, e di aver conseguito buona fama con la sua arte in molte città. La datazione all'età traianea era stata proposta attraverso l'esame della testa della statua Ludovisi (Squarciapino), che però non sembra pertinente; il tipo di letterato seduto riproduce quello del cosiddetto Marcello o Moschion (K. Schefold, Die Bildnisse d. ant. Dichter Redner u. Denker, Basilea 1943, p. 209) usato nelle statue iconiche romane nella prima metà del II secolo.
Bibl.: H. Brunn, Gesch. Griech. Künstler, I, Stoccarda 1889, pp. 574; 594; J. Overbeck, Schriftquellen, nn. 2287-2289; W. Helbig, Führer3, Lipsia 1912, p. 843, n. 1315; T. Schreiber, Bildwerke der Villa Ludovisi, Lipsia 1880, p. 16; W. Amelung, Die Sculpturen des Vaticanischen Museum, I, Berlino 1903, p. 158 ss., Braccio Nuovo n. 135, tav. 21; M. Squarciapino, La scuola di Afrodisia, Roma 1943, pp. 15; 17; 37, tav. A, e; tav. IV; Ch. Picard, Manuel, II, 341; M. Bieber, in Thieme-Becker, XXXVI, 1947, p. 462, s. v., n. III; S. Aurigemma, Le Terme di Diocleziano e il Museo Nazionale Romano, Roma 1949, n. 305; J. M. C. Toynbee, Some Notes on Artists in the Roman World, Bruxelles 1951, p. 30 s.; G. A. M. Richter, Three Critical Periods in Greeks Sculpture, Oxford 1951, p. 54; id., Sculpture a. Sculptors of the Greeks, New Haven 1962, p. 306.
5°. - Figlio di Alexandros, scultore di Afrodisiade attivo a Creta in età romana. È noto dalla firma sul plinto di una statua di marmo pario, rinvenuta a Lyttos (M. Guarducci, Inscr. Creticae, I, Roma 1935, p. 205, n. 60); rappresenta una figura maschile seduta, forse Giove o un imperatore divinizzato, purtroppo acefala. I caratteri epigrafici sono stati datati tra il I ed il II sec. d. C.; l'iscrizione con la parte anteriore della statua è andata ora perduta.
Bibl.: A. Taramelli, in Mon. Ant. Linc., IX, 1899, c. 395, fig. 40; A. Maiuri, in Ausonia, VI, 1911, p. 24 ss.; S. Reinach, Rép. Stat., III, p. 6; M. Squarciapino, La scuola di Afrodisia, Roma 1943, pp. 13: 21: 27; M. Bieber, in Thieme-Becker, XXXVI, 1947, p. 461, s. v.; J. M. C. Toynbee, Some Notes on Artists in the Roman World, Bruxelles 1951, p. 30; G. M. A. Richter, Three Critical Periods in Greek Sculpture, Oxford 1951, p. 54.