Leander, Zarah
Nome d'arte di Zarah Stina Hedberg, attrice cinematografica e teatrale svedese, nata a Karlstad il 15 marzo 1907 e morta a Stoccolma il 23 giugno 1981. Bruna e imponente, dotata di una voce splendida, fu una delle attrici più famose del Terzo Reich, diede il meglio di sé in due fastosi melodrammi diretti da Detlef Sierck (poi divenuto noto a Hollywood come Douglas Sirk): Zu neuen Ufern (La prigioniera del destino o La prigioniera di Sydney) e La Habanera (Habanera), entrambi del 1937.Iniziò a recitare e cantare sulle scene svedesi nel 1929 e debuttò nel cinema nel 1931 in Dantes mysterier (I misteri di Dante) di Paul Merzbach, in cui appariva ancora acerba, interpretando nello stesso anno anche Falska millionären (Il falso milionario) dello stesso regista. Nel 1937 girò in Austria Premiere (1937; Serata tragica) di Géza von Bolvary, in cui delineò il personaggio a lei più congeniale, e che avrebbe spesso replicato: un'artista in fuga, dal passato non limpido, che si riscatta dalle sue colpe annullandosi in un grande amore. Si trasferì poi in Germania, dove A. Hitler sperò di farne ciò che Marlene Dietrich s'era rifiutata di diventare, la diva numero uno del Terzo Reich, e dove venne lanciata con grande impegno dall'UFA. Affrontò così il ruolo di protagonista in Zu neuen Ufern, con il quale, nella parte di Gloria Vane, una cantante deportata in Australia per un reato mai commesso, conseguì il successo che inseguiva da anni. In La Habanera interpretò la svedese Astrée Sternhjelm, moglie infelice di un possidente portoricano, da lei tradito con un connazionale. Partito Sierck per Hollywood, sembrò trovare in Rolf Hansen il regista in grado di guidarla: in Der Weg ins Freie (1941; Per la sua felicità) è una cantante lirica italiana, Antonia Corvelli, e canta arie di G. Rossini e di G. Verdi; in Die grosse Liebe (1942; Un grande amore) è la fatua Hanna Holberg che darà un senso alla sua vita facendo l'infermiera al fronte; in Damals (1943; L'accusata) è una donna in fuga, che muta il suo nome da Gloria O'Connor in Vera Meiners, e s'imbatte in un clown (interpretato da Rossano Brazzi). Sul finire della guerra riparò in Svezia, e le fu reso difficile, nel dopoguerra, reinserirsi nel mondo dello spettacolo a causa delle sue relazioni con i nazisti (anche se pare accertato che fosse una spia al soldo dei sovietici). Tornò sullo schermo con Gabriela (1950; Gabriella) di Géza von Cziffra, ma il pubblico non l'apprezzò. Le interpretazioni successive furono tutte in film di scarso rilievo, di cui uno in Italia: Come imparai ad amare le donne (1966) di Luciano Salce, al fianco, tra le altre, di Romina Power, Elsa Martinelli e Sandra Milo. Ebbe maggiore successo in teatro, ad Amburgo e a Vienna, calcando il palcoscenico fino a età molto avanzata, e con lusinghieri risultati. Il suo ultimo successo lo ottenne a Vienna, cantando nel ruolo della smaliziata Desirée in Das Lächeln einer Sommernacht (1978) di George Martin, versione musicale del film Sommarnattens leende (1955; Sorrisi di una notte d'estate) di Ingmar Bergman.
P. Seiler, Wollt ihr einen Star sehen? Zarah Leander. Ein Kultbuch, Berlin 1982; C. Zumkeller, Zarah Leander. Ihre Filme, ihr Leben, München 1988.