zaloniano
agg. Che si richiama all’attore e sceneggiatore Checco Zalone; di Checco Zalone.
• Anche [Carlo] Verdone non si sottrae a considerazioni zaloniane. «Il film quando è carino e punta su un personaggio nuovo che ha il consenso di tanti telespettatori, mette d’accordo tutti. Il pubblico ha bisogno, poi, di favole rassicuranti: c’è chi ride di più, chi ride di meno, chi rimane deluso. E, poi, è una rappresentazione di come si sentono gli italiani. Quando Zalone dice che in Italia studiare non serve a un cazzo, viene giù la sala perché molti si ritrovano». (Antonella Gaeta, Repubblica, 25 gennaio 2011, Bari, p. XV) • Figli ventenni che si trovano per la prima volta a dover affrontare, quindi, il duro universo dei «lavori umili» una volta rifugiatisi insieme al padre in una vecchia e ormai malconcia casa in Puglia, concretizzando per l’ennesima volta su schermo l’incontro-scontro sociale tra nord e sud che ha fatto la fortuna non solo del francese «Giù al Nord» e del suo remake tricolore «Benvenuti al Sud», ma anche della filmografia zaloniana. (Luciana Caprara, Giornale d’Italia, 14 novembre 2015, p. 12, Cinema) • In un periodo in cui le paure vengono malamente rievocate anche dai botti di Capodanno, come a Napoli con la «bomba di Parigi» che non fa ridere per niente, ecco che agli italiani rimane solo il Checco nazionale per cercare di evadere dal quotidiano in maniera spensierata. Anche se poi, alla fine, arriva sempre il colpo di coda zaloniano che dimostra come sia lui a essere il più ancorato alla nostra contemporaneità. (Pedro Armocida, Giornale, 3 gennaio 2016, p. 16, Attualità).
- Derivato dal nome proprio (Checco) Zalone con l’aggiunta del suffisso -(i)ano.