zaibatsu
Termine giapponese (composto dei due caratteri cinesi zai «finanza» e hatsu «gruppo»), che indica i grandi gruppi finanziari, industriali e commerciali, costituiti da un certo numero di imprese raccolte intorno ad alcune holding, originariamente a controllo familiare, che hanno contribuito allo sviluppo dell’economia giapponese dal periodo Meiji (1868-1912) alla Seconda guerra mondiale. Tra i più importanti z. si ricordano Mitsui, Mitsubishi, Sumitomo e Yasuda.
Gli interessi economici legati a queste grandi associazioni ebbero un ruolo molto importante nella politica di espansione portata avanti dalla dirigenza Meiji e in seguito, nell’imperialismo delle epoche Taisho (1912-26) e Showa (per il periodo dal 1926 alla fine della Seconda guerra mondiale) e nella modernizzazione in senso industriale ed economico anche della Corea (annessa al Giappone nel 1910) e della Manciuria (controllata direttamente dai Giapponesi dagli anni 1930 al 1945). Al termine del secondo conflitto mondiale, gli Stati Uniti, identificando i motivi del militarismo nipponico nelle relazioni – a loro giudizio quasi feudali – che caratterizzavano gli z., ne tentarono lo scioglimento. Se nell’aprile 1946 le holding che avrebbero dovuto essere smantellate erano 83, nel dicembre 1949, dopo interminabili trattative con il governo giapponese e numerose revisioni delle leggi antitrust, soltanto 19 grandi concentrazioni furono sciolte e sottratte al totale controllo delle maggiori famiglie. Tuttavia, il provvedimento non toccò le grandi banche (le maggiori delle quali erano di proprietà di z.), consentendo così il mantenimento di connessioni fra le società appartenenti alle holding disciolte. Nacquero in tal modo i nuovi gruppi di affari, noti come keiretsu (➔).