VALARESSO (o anche Vallaresso), Zaccaria
Patrizio veneziano, letterato e protettore di letterati; nato nel 1686, morto il 23 marzo 1769. Va distinto da un suo omonimo che appare nelle vicende della caduta della repubblica di San Marco.
Scrisse libretti per musica; uno dei quali, Gioas re di Ginda, fu musicato da Antonio Lotti; e un inconcludente poema, di ventisette canti in ottave, Baiamonte Tiepolo. Rimase noto specialmente per una parodia, ingegnosa e saporita, della tragedia Ulisse il giovane di Domenico Lazzarini, e, in genere, della tragedia di forme e intenzioni classiche, pubblicata la prima volta, sotto il nome di Catuffio Panchiano "bufulco Arcade", nel 1724 (un quinquennio dopo il suddetto Ulisse, e un decennio dopo la Merope di Scipione Maffei), col titolo: Rutzvanscad il giovane, arcisopratragichissima tragedia elaborata ad uso del buon gusto de' grecizzanti compositori. È rimasta famosa per il finale: "Rimasta la scena vuota, quando l'udienza faccia molto rumore chiamando fuori gli attori e battendo, esca il suggeritore con la cesta in mano e col cerino; poi dica i seguenti versi: - Uditori, m'accorgo che aspettate - che nuova della pugna alcun vi porti; - ma l'aspettate invan: son tutti morti!".
Bibl.: G. Mazzoni, Tragedie per ridere, in Abati, soldati, attori, autori del Settecento, Bologna 1924, p. 181 segg.; G. Brognoligo, Parodie tragiche del Settecento, Lanciano 1922 (riprod. del testo, con introd.).