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FACCHINI, Zaccaria

di Lea Marzocchi - Dizionario Biografico degli Italiani - Volume 44 (1994)
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FACCHINI, Zaccaria

Lea Marzocchi

Figlio di Antonio e di Maria Ferretti, nacque a Massalombarda (Ravenna) il 21 dic. 1751 (Meloni). Compì i primi studi a Bologna (Quadri, 1916). Nulla documenta questo giovanile soggiorno bolognese né si sa quali studi vi compisse. Anche la sua attività di architetto è documentata principalmente solo dopo il 1790 e non oltre il primo decennio dell'Ottocento ad eccezione di un intervento giovanile nella costruzione del palazzo comunale di Massalombarda (Quadri, 1909). In qualità di architetto il F. lavorò principalmente a Massalombarda, Lugo e Imola.

Nella città natale, fra il 1796 e il 1804, rivesti cariche pubbliche e partecipò, insieme con altri illustri concittadini, a delicati negoziati con generali austriaci e francesi. Fu membro della deputazione di Massalombarda durante la Repubblica Cisalpina e durante il Regno Italico fu uno dei consiglieri di nomina vicereale (1810). A restaurazione avvenuta mantenne incarichi ufficiali, tanto che venne insignito da Pio VII del titolo di architetto dei sacri palazzi apostolici (Meloni).

Presumibilmente uno dei primi lavori di una certa importanza del F. fu il completamento del palazzo comunale di Massalombarda, in cui già Domenico e Cosimo Morelli avevano lavorato (cfr. Matteucci-Lenzi, 1977, p. 204).

Che il F. abbia completato il lavoro iniziato dai Morelli (mancano pagamenti dopo il 1765) sembra confermato dai Registri delle sedute consigliari dell'Arch. comunale di Massalombarda (21 ag. 1772: la Municipalità incarica l'architetto cesenate Carlo Bonomi di esaminare i disegni del F. per il completamento dell'edificio). Sicuramente, comunque, l'atrio e la scala del palazzo vennero eseguiti (1790) su progetto del F., che due anni dopo ottenne anche di trasformare la grande sala al piano terreno in un elegante teatro (ibid., 30 genn. 1792).

Negli stessi anni il F. fu chiamato a Lugo, dove la Municipalità lo incaricò di condurre i lavori per la costruzione del nuovo ospedale che avrebbe sostituito quello dugentesco della Madonna del Limite. Il disegno del padre scolopio G. Petrucci fu realizzato dal "capomastro" F. (Martelli, 1983). La prima pietra venne posta dal cardinal G.B. Chiaramonti, vescovo di Imola, nel 1787; i lavori ebbero termine nel 1796 (Soriani, 1834).

Dopo il '90 il F. fu chiamato a Imola per occuparsi di alcuni lavori nella fabbrica del nuovo ospedale.

Secondo Meloni i capomastri avevano approfittato della assenza di Cosimo Morelli, impegnato a Roma, per diminuire sensibilmente la "grossezza dei fondamenti": questa variazione avrebbe pregiudicato a tal punto la stabilità dell'edificio da richiedere l'intervento del F. per rinforzare le strutture. Ed effettivamente, come registra Villa (ms. n. 43), si riscontra una sensibile diversità fra il progetto iniziale del Morelli e l'esecuzione: il previsto porticato esterno è chiuso come pure la loggia superiore (Matteucci-Lenzi, 1977, p. 251). Non si può comunque affermare con precisione quali fossero i compiti specifici del F., anche se la sua presenza è attestata dai cospicui pagamenti fatti dall'amministrazione negli anni 1792, 1794 e 1797 a favore suo e di F. Porrini, per lavori murari, perizie e livellazioni.

I lavori nel cantiere del nuovo ospedale furono l'occasione per farsi conoscere dalla Municipalità, che il 30 giugno 1795 gli affidò la realizzazione della nuova dogana, l'abbattimento della vecchia porta Lone e la costruzione della nuova porta Pia.

Il progetto originario, che prevedeva, oltre alla costruzione degli edifici doganali, lo spostamento della cinta muraria per inglobare il nuovo ospedale, era stato presentato dal Morelli nel 1788 (Matteucci-Lenzi, 1977, p. 252) al papa insieme con la "supplica" di poter costruire una porta in suo onore, porta Pia. Le condizioni papali relative al progetto prevedevano anche il completamento della nuova cinta muraria entro il 1790, ma, nel 1793, Morelli non aveva ancora rispettato gli impegni; così il 3 giugno 1794 veniva scelto al suo posto il Facchini. I lavori, tuttavia, furono interrotti nel 1796, per le mutate condizioni politiche (ibid., p. 254).

Al carteggio della fabbrica sono allegate due perizie relative alla rilevazione del lavoro iniziato dal Morelli: una del F. e l'altra di Domenico Fabbri. Relativamente alle costruzioni da farsi di fronte al nuovo ospedale si decise di eseguire il progetto morelliano; riguardo all'andamento della via Emilia dal mulino Machirelli a porta Lone, il F. propose un arretramento del portico di fronte alla dogana per rendere più regolare l'andamento della via Emilia (Carte e disegni di fabbricati).

Fra il 1796 e il 1797 il F. fu impegnato in restauri della struttura muraria del "torrione" di Massalombarda, danneggiato dal terremoto del 1796 (Quadri, 1909). Sempre a Massalombarda, in seguito al rinvenimento di una immagine in terracotta della Madonna (1793), gli fu affidato il progetto del santuario della Beata Vergine della Consolazione. I lavori procedettero a rilento e i tempi proposti inizialmente dall'architetto non furono rispettati. Il F. fu così sostituito dal Rossi di Lugo, che portò a compimento i lavori (1813). In seguito all'editto napoleonico che vietava la tumulazione nelle chiese, il F. fu incaricato della costruzione del cimitero di Lugo (1805) e di Massalombarda (progetto autografo del 3 ott. 1808).

Tra gli altri suoi lavori si ricordano: un progetto per la facciata del duomo e per quella, mai realizzata, di palazzo Sassatelli-Monsignani a Imola (Meloni), il campanile della chiesa di Conselice (Quadri, 1916), il palazzo del marchese Todeschi in via Saragozza a Bologna (Ibid.).

Il F. morì a Ravenna il 3 maggio 1826 e fu sepolto nella chiesa di S. Giovanni Battista (Meloni; Quadri, 1916).

Fonti e Bibl.: Bagnara, chiesa parrocchiale: P. Meloni, Memorie delli pittori, scultori ed architetti della città e diocesi di Imola, ms., sub voce Facchini; Imola, Bibl. comunale, ms. n. 43: G. Villa, Pitture della città di Imola..., cc. 374-380; Ibid., Arch. ospedale, Cart. n. 1 e n. 44: Carte e disegni di fabbricati; Ibid., Specchio dimostrante tutte le spese sostenute per la fabbrica del nuovo ospitale, elenco IX (1794-1797); Ibid., Libro di entrate e spese della fabbrica del nuovo ospitale, vol. IX (1798), cc. 75, 123; Ibid., Libro di uscite... del nuovo ospitale, (1782-1794), cc. 223, 254, 284; Lugo, Archivio comunale, Atti pubblici, IV, 12 maggio 1806, c. 3292; Massalombarda, Archivio arcipretale, Libro dei defunti 1806-1831, c. 336; Ibid., Archivio comunale, Libri dei Consigli comunali, lib. XVI (23 marzo e 21 ag. 1772); lib. XIX (31 genn. 1782, 29 dic. 1789 e 30 genn. 1792); lib. XX (27 ott. 1796); Ibid., Fabbriche pubbliche, tit. VI, Cimitero, EE 107; G.A. Soriani, Supplemento stor. sulle origini e progressi della città di Lugo, Lugo 1834, p. 86; L. Quadri, La vita massese attraverso i secoli [1909], in Memorie per la storia di Massalombarda, Imola 1989, pp. 50-53, 67-69, 140 s., 198 s.; Id., Memorie paesane. Gli uomini più illustri di Massalombarda [1916], Imola 1989, pp. 58 s.; G. Lattuga, Origine e scopo delle congregazioni di carità di Lugo e opere pie da esse amministrate, Lugo 1923, pp. 19 s.; M. Martelli, Storia del Montedi pietà di Lugo di Romagna, Firenze 1968, p. 253; N. Galassi, Dieci secoli di storia ospitaliera a Imola, Imola 1970, 11, pp. 265-269; A. M. Matteucci - D. Lenzi, C. Morelli e l'architettura delle Legazioni pontificie, Bologna 1977, pp. 204 s., 250 ss., 254; M. Martelli, Storia di Lugo di Romagna, Imola 1983, p. 209.

Vedi anche
campanile Struttura architettonica destinata a sostenere le campane. Essenzialmente connesso all’architettura religiosa cristiana, isolato o incorporato nell’edificio della chiesa, è generalmente turriforme (donde anche la denominazione di torre campanaria) e sviluppato in altezza per facilitare la diffusione ... facciata Il prospetto esterno di un fabbricato, corrispondente a ciascuno dei lati del suo perimetro. Si intende come muro di facciata la semplice caratteristica strutturale, mentre assume valore architettonico la sua più articolata connotazione formale: in particolare quella della facciata principale, su cui ... Bologna Comune dell’Emilia (140,7 km2 con 373.026 ab. nel 2007), capoluogo dell’omonima provincia e della regione Emilia-Romagna. È posta sulla Via Emilia, a 54 m s.l.m., allo sbocco della valle del Reno.  ● La pianta della città mostra l’originario nucleo romano a insulae rettangolari (6 cardini e 7 decumani, ... torre Nome con il quale si indicano costruzioni di vario tipo, a sviluppo verticale più o meno accentuato, talora isolate, ma frequentemente facenti parte di più complessi organismi edilizi. architettura Nell’architettura assira troviamo l’uso di torre nelle cinte di mura, che si possono calcolare alte ...
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facchinata
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