Batard, Yvonne
Studiosa francese di D. (nata a Vannes nel 1900), docente nell'università di Rennes. L'analisi del procedimento logico-fantastico della costruzione delle metafore dantesche nel saggio Sur quelques métaphores de D. (in " Cahiers du Sud " XXXVIII [1951] 20-24) si allarga nello scritto posteriore D., Minerve et Apollon: les images de la D. C. (Parigi 1952), dove l'esame degli elementi tecnico-poetici della Commedia, delle similitudini, delle metafore, delle immagini, assume nella B. la funzione di penetrazione nel mondo poetico di Dante. L'esame parte infatti dal presupposto dell'unità dantesca di idea e immagine che il procedimento critico dovrebbe dimostrare. Il tono poetico di tutto il poema, il carattere tecnico-fantastico del linguaggio dantesco sono la prova della sensibilizzazione di D. ai problemi della scienza (Minerva) e insieme della poesia (Apollo), non mai sopraffatta dalla tensione etico-filosofica del viaggio di salvazione, e non mai annullata nello schema didattico-allegorico della cultura medievale.
Altri lavori danteschi della B. sono i saggi dedicati all'influenza di D. sulla pittura del Botticelli (Les dessins di S. Botticelli pour la D.C., Parigi 1952) e all'analisi dei 95 disegni dell'artista fiorentino illustranti i canti della Commedia, ove sono messi in luce inoltre la suggestione e il fascino esercitati sulla cultura umanistica dal poeta medievale (La Divine Comédie de Botticelli, in Atti del V Congresso Internaz. di Lingue e Letterature moderne, Firenze 1955, 93-97).
Al problema dell'intraducibilità dell'opera d'arte la B. lega, in opere successive, l'indagine sull'impossibilità della traduzione della Commedia (à propos de la D. C.: reflexions oscillantes sur la traduction, in " Revue de Littérature comparée " XXXV [1961] 17-24); Sur la traduction poétique de la D. C., in Langue et littérature: Actes du VIII Congrès de la Fédération Internationale des Langues et Littératures Moderne:, Parigi 1961.
Bibl. - V.A. Masseron, in " Les lettres romanes " VII (1953) 391-397; A. Di Rosa, in " Studi d. " XXXI (1953) 230-231; G. Barberi-Squarotti, in " Lettere italiane " VII (1955) 48-68.