(fiamm. Ieper) Città del Belgio (106.145 ab. nel 2009), nella Fiandra Occidentale, 50 km a S di Bruges, sul fiume Yperlée (affluente dell’Yser). Mercato agricolo con industrie tessili, meccaniche e alimentari.
Formatasi alla fine del 10° sec., dallo sviluppo di un agglomerato di artigiani e di mercanti, divenne il centro di una fiorente industria di drappi. Nel 12° sec. ottenne privilegi uniformati a quelli delle altre grandi città fiamminghe. Nel 13° sec. visse sotto il governo del patriziato cittadino, padrone anche dell’industria dei drappi, e fu sede di sanguinose lotte sociali fra patrizi e mercanti. L’industria, che toccò l’apogeo verso la metà del 14° sec. (quando Y. contava più di 100.000 abitanti), cominciò a decadere nella seconda metà del secolo, in conseguenza anche della peste e delle guerre; infine, nel 1383, l’incendio dei sobborghi operai durante un assedio inglese determinò emigrazione di manodopera e diminuzione della popolazione. Fortezza fino al 19° sec., subì nei sec. 16° e 18° numerosi assedi dei Francesi, nelle cui mani restò per il Trattato di Nimega (1678) fino alla Pace di Utrecht (1713), quando passò, con il resto della Fiandra, all’Austria. Conquistata nel 1794 dalle forze repubblicane francesi, nel 1815 fu compresa nel nuovo regno dei Paesi Bassi e infine nel 1830 in quello belga.
Nella Prima guerra mondiale, dall’ottobre 1914 al settembre 1918, Y. fu uno dei principali centri di resistenza della linea di difesa britannica; al centro di grandi battaglie tra le forze anglo-francesi e quelle tedesche, fu quasi completamente distrutta. Nel 1915 a Y. i Tedeschi usarono per la prima volta nella guerra i gas asfissianti, da cui il nome di iprite (➔) dato a uno dei gas utilizzati.
Dalla città di Y. prende nome, in geologia, l’ypresiano, unità cronostratigrafica, piano che identifica l’Eocene inferiore, rappresentato nello stratotipo da facies argillose a nummuliti. Depositi riferibili all’ypresiano affiorano in Belgio, nel bacino di Parigi e in Inghilterra.