YouTube
<i̯ùu ti̯ùub>. – Società informatica fondata nel 2005 da Chad Hurley, Steve Chen e Jawed Karim e dalla fine del 2006 di proprietà della Google Inc. Il suo sito Internet, terzo nel ranking mondiale per visite (superato soltanto da Google e Facebook), è il principale strumento di condivisione di filmati della rete: ogni utente può mettere online, senza controllo preventivo da parte del sito, i propri filmati e visionare quelli inseriti dagli altri gratuitamente. Y. è un'enorme banca dati, una sorta di grande memoria video del passato recente. Da un punto di vista musicale, il sito porta a compimento la fusione tra immagine e suono iniziata da MTV tra la fine degli anni Settanta e l’inizio degli anni Ottanta: se nel videoclip l’illustrazione offerta dalle immagini poteva risultare accessoria, nell’era di Y. la musica trova nell’elemento visuale un correlato espressivo irrinunciabile (anche da un punto di vista commerciale). Si può addirittura ritenere che in alcuni casi sia il video (disponibile anche su supporti come iPod e iPhone) a garantire il successo del brano. Il sito attira inoltre l’attenzione delle principali etichette discografiche, inizialmente ostili a uno strumento potenzialmente lesivo del diritto d’autore – il sito VEVO (appartenente, tra gli altri, a Sony e Universal) è uno dei partner di Y. – e la possibilità di pubblicare video gratuitamente spinge molti utenti a presentare le proprie perfomance direttamente sul web, senza passare per gli abituali canali di promozione del mondo discografico. Il sito è stato spesso al centro di contestazioni, in particolare legate all'inserimento di filmati coperti da diritto d'autore o per la violazione della privacy. Questo aspetto ha comportato anche criticità nel modello economico aziendale, parzialmente superate dall'integrazione con Google. Nel modello di social networking, Y. costituisce un esempio emblematico di rete sociale, della tipologia social presence technology, paradigmatico della nuova dimensione della rete Internet (web 2.0) e con rivelanti ripercussioni sociologiche (per es., divismo dal basso) e in ambito artistico (per quanto riguarda sia il codice del linguaggio sia le modalità della distribuzione della proposta d'arte).