ONO, Yoko
Artista, compositrice, musicista e attivista giapponese naturalizzata statunitense, nata a Tōkyō il 18 febbraio 1933. L’arte di O. si colloca ai confini fra il mondo materiale e l’intangibile, e chiama spesso in causa la partecipazione dello spettatore. Il suo sguardo si concentra sulla quotidianità e l’effimero (la luce, l’ombra, il cielo), memore della matrice zen della cultura d’origine. L’approccio a tutto campo include pittura, scultura, installazione, performance, fotografia, film, musica. Frequenti anche gli episodi di collaborazione con altri autori. O. ha dovuto tuttavia attendere molti anni di incomprensioni per ottenere più ampi riconoscimenti, tra i quali il Leone d’oro alla Biennale di Venezia del 2009.
Proveniente da una famiglia dell’alta aristocrazia giapponese, durante l’infanzia O. seguì gli spostamenti dei genitori fra il Giappone e gli Stati Uniti. La prima formazione in campo musicale presso la prestigiosa scuola Gakushuin di Tōkyō continuò nel 1953 al Sarah Lawrence College a Bronxville (NY). A New York, dalla metà degli anni Cinquanta, insieme al primo marito – il musicista e compositore Toshi Ichiyanagi –, si introdusse nella scena musicale e artistica d’avanguardia. Nel suo loft organizzò una serie di concerti ed entrò nell’orbita di Fluxus, un gruppo artistico eterogeneo orientato all’annullamento della divisione fra arte e vita, sulla scia del movimento dada e di Marcel Duchamp. La lezione di John Cage è stata un’altra delle influenze fondamentali a determinare il suo percorso artistico.
Agli esordi l’artista presentò gli Instruction paintings, istruzioni che indirizzavano il pubblico all’esecuzione di determinate azioni, come piantare un chiodo in un quadro (Painting to hammer a nail in, 1961). Sulle istruzioni – tratto caratteristico del suo lavoro – si basa anche il libro Grapefruit. A book of instructions and drawings by YokoOno, 1964 (trad. it. Grapefruit. Istruzioni per l’arte e per la vita, 2005).
Il femminismo ha rappresentato un altro dei fondamentali nuclei di riflessione. Tra i lavori più significativi la performance Cut piece (presentata più volte a partire dal 1964): su un palco l’artista si offriva passivamente al pubblico, invitato a tagliarle i vestiti. Nei film sperimentali O. ha sfidato le convenzioni della cinematografia: No. 4 (Bottoms) (1966/67) consiste, per es., in una sequenza di glutei maschili e femminili in movimento.
Dopo il trasferimento a Londra nel 1966 in compagnia del secondo marito, Anthony Cox, l’incontro con John Lennon diede l’avvio a un sodalizio sentimentale e artistico che la trasformò da oscura artista d’avanguardia in celebrità mondiale. Alla musica – da Unfinished music no. 1 (1968) fino a Double fantasy (1980) – la coppia ha affiancato un intenso attivismo in campo sociale, legato soprattutto al pacifismo. A tale causa è dedicata la performance Bed-in for peace (1969), durante la luna di miele in due alberghi di Amsterdam e Montréal.
Alla morte di Lennon (1980), O. ha proseguito in continuità il proprio lavoro, incontrando un rinnovato interesse fra gli anni Novanta e Duemila. Arte, musica e attivismo hanno recentemente trovato nuovo slancio anche attraverso i social network. Nel 2007 ha inaugurato un memoriale dedicato a Lennon, la Imagine peace tower in Islanda. Tra le mostre retrospettive Yes Yoko Ono, dal 2000 al 2004 itinerante fra Stati Uniti, Cana da, Asia, e la consacrazione definitiva al MoMA (Museum of Modern Art) di New York nel 2015. Fra le sue pubblicazioni, da menzionare Acorn, 2013 (trad. it. 2014).
Bibliografia: H.U. Obrist, Yoko Ono, The conversation series, Köln 2009. Cataloghi di mostre: Yoko at Indica. Unfinished paintings and objects by Yoko Ono, Londra, Indica Gallery, London 1966; Yes Yoko Ono, ed. A. Munroe, J. Hendricks, New York, Japan Society, 2000-01, New York 2000; Yoko Ono. Uma retrospectiva, São Paulo, Centro cultural banco do Brasil, 200708, São Paulo 2007; Yoko Ono. Between the sky and my head, ed. T. Kellein, Bielefeld, Gateshead, 2008-09, Köln 2008; Yoko Ono. Half-a-wind show. A retrospective, ed. I. Pfeiffer, M. Hollein, Francoforte, Schirn-Kunsthalle, 2013-14, Munich-Lon-don-New York 2013; Yoko Ono. One woman show. 1960-1971, ed. K. Biesenbach, Ch. Cherix, New York, Museum of modern art, New York 2015.