Compositrice e artista multimediale giapponese (n. Tokyo 1933). Studiò composizione, canto e filosofia tra New York, San Francisco e Tokyo. Dopo un interesse iniziale per la dodecafonia, si legò agli ambienti delle avanguardie newyorchesi attorno a J. Cage, D. Tudor e al Living Theater. In questo contesto, lavorò soprattutto a performances estemporanee: non composizioni in senso tradizionale, ma "indicazioni" per l'azione e l'improvvisazione, anche musicale. Importante l'ispirazione al buddismo zen, che segnava già Match piece (1955), così come i successivi Earth piece. Listen to the sound of the earth turning (1963), sulla scia dei "brani di silenzio" di Cage, Water piece (1964), che O. definisce "musica della mente". Nel 1969 sposò in seconde nozze J. Lennon, inaugurando anche una feconda collaborazione artistica; insieme hanno prodotto diversi dischi di improvvisazioni, da Unfinished music n° 1 - Two virgins (1968) a Double fantasy (1980; vincitore del Grammy Award). Collaborò inoltre con O. Coleman in To Ornette (1970). Della produzione successiva si ricordano Georgia stone (1987-93), un collage di nastri magnetici dedicato a Cage, Blueprint for a sunrise (2001), Yes, I'm a witch (2007), Open your box (2007). Nel 2013, in occasione dell'ottantesimo compleanno dell'artista, è stata allestita presso la Schirn Kunsthalle di Francoforte la personale Yōko On. Half-a-wind show. A retrospective, in cui è documentata la sua abilità di manipolare una pluralità di media e linguaggi artistici, mentre tra le mostre più recenti vanno segnalate One day I broke a mirror (Roma, Villa Medici, 2017) e Mend piece for London (Londra, Whitechapel Galery, 2021). L'artista è inoltre autrice dei testi Grapefruit (1964), raccolta di scritti brevi e aforismi accompagnati da disegni, Acorn (2014) e Imagine John Yoko (2018).