Romanziere turco (Il Cairo 1889 - Ankara 1974), discendente di una famiglia aristocratica di Manisa. Studiò in Egitto, nel 1908 tornò a İstanbul, dove aderì al movimento letterario Feğr-i-ātī "Alba dell'avvenire". Più volte deputato repubblicano, ebbe incarichi diplomatici all'estero (1934-42) e fu caporedattore del giornale Ulus. Dopo la rivoluzione (1960) divenne membro della nuova Assemblea costituente e deputato di Manisa. La sua attività letteraria fu molto prolifica, scrisse racconti, articoli, opere teatrali e soprattutto romanzi, alcuni tradotti anche in italiano. Tra le sue opere ricordiamo: Nur Baba ("Padre luce", 1922), dedicato al decadimento di alcuni aspetti del mondo derviscio; Hüküm Gecesi ("La notte dell'autorità", 1927), sulle lotte politiche durante il periodo costituzionale; Yaban ("Il forestiero", 1932), che narra le difficili condizioni di un villaggio anatolico durante la guerra di indipendenza; due monografie, una sul poeta turco Ahmet Hasim (1934) e una su Atatürk (1946). Ricordiamo inoltre un'opera in prosa a sfondo mistico, Erenlerim bağindan ("Dal giardino dei mistici", 1922), il racconto Rahmet ("Misericordia", 1923), oltre a varî articoli raccolti in due volumi, Ergenekon (1929-30), dal nome della mitica epopea centro-asiatica. L'ultima sua fatica letteraria fu Gençli, ve Edebiyat Hatıraları ("Ricordi di gioventù e di letteratura", 1969).