CALATAYUD, Ximen Pèrez de
Probabilmente figlio di Rodrigo Sánchez de Calatayud, nacque in Aragona forse nel secondo decennio del sec. XIV. In giovane età partecipò alla guerra combattuta dal sovrano aragonese, Pietro il Cerimonioso, contro il re di Maiorca Giacomo III (1343-1344): nel 1350 Pietro lo ricompensava dei servizi resigli nominandolo cavaliere regio. Nel 1355 fu al seguito del suo sovrano nella campagna militare da questo intrapresa per conquistare la Sardegna. Partito da Rosas il 20 giugno, dovette partecipare all'assedio di Alghero, mentre la flotta aragonese, comandata da Bernardo di Cabrera, si scontrava con quella genovese. Rientrato in patria con il re nel mese di settembre, nel 1358 ricevette la più alta dignità di corte, quella di maggiordomo reale. Non combattè - nonostante lo avesse espressamente richiesto - nella guerra detta dei due Pietri, tra Aragona e Castiglia: fu tra i testimoni che sottoscrissero le condizioni imposte dal sovrano iaragonese all'infante Giacomo di Maiorca, suo prigioniero.
Il 20 sett. 1360 il C. fu nominato governatore di Cagliari e Gallura, come successore di Olfo di Procida. Il suo governo fu relativamente tranquillo, poiché coincise con la tregua tra Aragona e Genova, stipulata ad Asti il 27 marzo 1360 sotto gli auspici del marchese di Monferrato, tregua indispensabile al re aragonese impegnato nella guerra contro la Castiglia. La giurisdizione territoriale del C. comprendeva la regione di Cagliari e la Gallura, mentre il resto dell'isola, in mano agli Aragonesi, costituiva dal 1355 il governatorato del Lugudoro con centro a Sassari. Il governatore di Cagliari, comunque, andava acquistando una specie di supremazia morale sugli altri funzionari aragonesi dell'isola.
Il governo del C. si mantenne per lo più sul piano della normale amministrazione: di esso si possono ricordare l'istituzione ad Iglesias di una fiera annuale, l'epurazione degli Ufficiali regi poco efficienti, le misure prese per far fronte allo spopolamento dell'isola, seguito dall'epidemia del 1362, e quelle per assicurare gli approvvigionamenti della capitale e, infine, l'istituzione di un corpo di armati per la difesa del castello di Cagliari. Il tratto più caratteristico della sua politica fu l'impegno a rafforzare tutti i presidi e le guarnigioni dell'isola, in particolare quelli che si trovavano nel suo governatorato. Testimonia questo suo impegno una lettera di Francesco Des-Corral del 19 apr. 1362 ove si dice che il C. si era rifiutato di inviare dalla Sardegna contributi in denaro per la guerra contro la Castiglia, ritenendo più necessario impiegare il denaro nelle fortificazioni dell'isola ("puis li havets comanada aquesta terra, por cert ell e yo farem nostre poder que us sia salvada"). Sotto di lui iniziarono importanti lavori di restauro nei castelli e nelle mura di Sanluri, Lapola e Cagliari.
Il C. morì a Cagliari nel giugno 1362. Gli era premorta la moglie, Nicolasa Castellar, che gli aveva dato due figlie, Oria e Sibilla. Il 24 giugno 1362 veniva nominato il suo successore nella persona di Asberto Satrilla.
Fonti e Bibl.: Barcellona, Archivo de la Corona de Aragón, C.rr. 1031, 1034, 1035, 1161, 1407; e c. PIII, 671; Archivio di Stato di Cagliari, K. 1; G. de Zurita, Anales de la Corona de Aragón, IX, p.29; S. Lippi, L'archivio comun. di Cagliari, Cagliari 1897, pp. 179 s.;M. Pinna, L'archivio comun. di Iglesias, Cagliari-Sassari 1898, p.103; Indice dei documenti cagliaritani, Cagliari 1903, pp.33ss.; A.-A. Garcia Carraffa, Diccionario heráldico y genealógico de apellidos españoles y americanos, Madrid 1925, XIX, pp. 45 s.;M. M. Costa, Oficials de la corona d'Aragó a Sardenya (segle XIV), in Arch. stor. sardo, XXIX (1964), pp. 348 ss.