WU TAO-YÜAN (o Wu Tao-Tzŭ)
Pittore cinese, nato circa il 700 d. C. a Yang-chai (Ho-nan). Non si conosce la data della morte, né rimangono sue opere. Fu chiamato alla capitale, Ch'ang-an, e vi ebbe un posto ufficiale. Si dice che abbia dipinto 300 affreschi sulle mura di templi a Ch'ang-an e a Lo-yang, molti dei quali erano a solo inchiostro. La maggior parte di essi andò probabilmente distrutta al tempo della proscrizione del buddhismo nell'845.
I critici cinesi sono tuttavia unanimi nel considerarlo il pittore più grande. Sui suoi contemporanei fecero specialmente impressione la sua ispirata energia e il suo dominio delle forme, del movimento e dello spazio. Le sue figure ricordavano quelle della scultura: "si potevano vedere da tutti i lati". Aveva immaginazione grandiosa ed eseguiva con appassionata potenza. Pochi suoi disegni furono incisi su pietra e sono conosciuti attraverso calchi: tali sono tre o quattro rappresentazioni di Kuan-yin (un quadro derivato dal medesimo soggetto si trova nella Freer Gallery di Washington), un ritratto di Confucio e Il serpente e la tartaruga di cui un calco al British Museum. A W. è attribuita una Trinità buddhista a Kyōto, che però non può essere se non un'eco del suo stile. Dipinse soggetti d'ogni genere, ma fu famoso soprattutto per i suoi affreschi buddhistici.
Bibl.: A. Waley, Introduction to the study of Chinese Painting, Londra 1923; O. Siren, History of Early Chinese Painting, Londra 1933; id., The Chinese on the Art of Painting: translations and comments, Peiping 1936.