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WTO

di Pierangelo Soldavini - Enciclopedia Italiana - V Appendice (1995)
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WTO

Pierangelo Soldavini

La WTO (World Trade Organization, od OMC, Organizzazione Mondiale del Commercio) è un'organizzazione internazionale creata il 1° gennaio 1995, con sede a Ginevra; si propone di promuovere un più libero commercio globale mediante l'apertura dei mercati nazionali e la progressiva eliminazione degli ostacoli all'interscambio globale di merci e di servizi. Si fonda sugli stessi principi che sono stati alla base del GATT (General Agreement on Tariffs and Trade, v. in questa Appendice), di cui dev'essere considerata l'erede rappresentandone l'evoluzione dal punto di vista istituzionale.

Il GATT, concluso il 30 ottobre 1947 a Ginevra, ha rappresentato una delle pietre miliari della collaborazione economica internazionale nel dopoguerra e una garanzia contro il ritorno di tentazioni protezioniste nell'interscambio mondiale, superando il bilateralismo dominante negli anni Quaranta. L'intesa prevedeva che l'Accordo trovasse il suo compimento con l'istituzione di un'organizzazione (ITO, International Trade Organization), che avrebbe dovuto costituire insieme al Fondo monetario internazionale e alla Banca mondiale il terzo pilastro del coordinamento economico mondiale ideato a Bretton Woods. Ma la creazione dell'ITO fu bloccata dalla mancata ratifica degli Stati Uniti. Il GATT sopravvisse quindi unicamente come accordo provvisorio la cui esecuzione fu garantita da un Segretariato con sede a Ginevra. Pur tra alterne vicende, attraverso otto tornate negoziali (rounds), il GATT ha ampliato le sue competenze e le sue attività, garantendo un progressivo smantellamento delle barriere, tariffarie e non, al commercio internazionale.

L'accordo per la costituzione della WTO è stato raggiunto il 15 dicembre 1994 a Ginevra, alla conclusione degli otto anni di trattative dell'Uruguay Round, l'ottava tornata negoziale del GATT. L'intesa è stata siglata da 124 paesi il 15 aprile 1995 a Marrakech, in Marocco. Al momento della sua costituzione erano 76 i paesi membri della WTO (quelli cioè che hanno depositato gli strumenti di ratifica del Trattato di Marrakech), ma a questi va aggiunta una cinquantina di paesi membri del GATT, che devono ancora completare le procedure di ratifica. L'Italia è tra i paesi fondatori della WTO, cui ha aderito con l'approvazione della legge di ratifica del 15 dicembre 1994.

I principi su cui si fondava il GATT, e che sono stati conservati invariati nella WTO, sono tre:

a) la non discriminazione, che implica l'accettazione incondizionata della clausola della nazione più favorita, cioè l'estensione a tutti i partners commerciali delle condizioni più favorevoli fatte a un paese, con la sola eccezione dei casi d'integrazione economica regionale. Le parti contraenti devono inoltre garantire alle società e ai prodotti esteri lo stesso trattamento previsto per quelli nazionali;

b) l'eliminazione delle barriere tariffarie, con deroghe per i paesi che si trovano in improvvise difficoltà di bilancia dei pagamenti (la cosiddetta clausola di salvaguardia);

c) la risoluzione pacifica, mediante consultazioni multilaterali, delle controversie commerciali tra i singoli paesi.

La struttura della WTO prevede una Conferenza ministeriale, massimo organo decisionale, composta da tutti i membri, cui è affidato lo svolgimento dei compiti istituzionali e che si riunisce almeno una volta ogni due anni. Nell'intervallo tra le sue riunioni, la Conferenza viene sostituita dal Consiglio generale, cui è affidata la sorveglianza del funzionamento degli accordi e delle decisioni ministeriali: il Consiglio funge anche da organismo preposto alla gestione del sistema integrato di risoluzione delle controversie e da organismo per l'esame delle politiche commerciali; a esso fanno inoltre capo un Consiglio per le merci, un Consiglio per i servizi e un Consiglio per la proprietà intellettuale. Altri organi della WTO sono il Comitato del commercio e dello sviluppo, il Comitato delle restrizioni per motivi legati alla bilancia dei pagamenti e il Comitato del bilancio, delle finanze e dell'amministrazione, mentre alla Conferenza di Marrakech è stato costituito un Comitato permanente commercio/ambiente con il compito d'identificare i rapporti tra misure commerciali e ambientali e fare raccomandazioni su eventuali modifiche alle disposizioni GATT. La Conferenza ministeriale nomina anche il Direttore generale del Segretariato, cui sono affidati compiti gestionali e amministrativi analoghi a quelli svolti in precedenza dal Segretariato del GATT.

L'Uruguay Round, oltre l'istituzione della WTO, è importante per altre due caratteristiche: in primo luogo perché per la prima volta si è trattato di un negoziato davvero mondiale, cui hanno partecipato non solo i paesi industrializzati, ma anche la quasi totalità di quelli in via di sviluppo e buona parte dalle economie dell'Est europeo in transizione verso l'economia di mercato; in secondo luogo perché ha permesso al GATT di coprire l'intero commercio mondiale, inserendo all'interno delle sue regole settori esclusi (agricoltura, tessile e proprietà intellettuale) e creando un accordo quadro per il commercio di servizi (GATS, General Agreement on Trade in Services).

L'Atto finale dell'Uruguay Round è costituito dall'accordo istitutivo dell'Organizzazione mondiale del commercio, che ne delinea funzioni, struttura e attività, cui si aggiungono quattro allegati:

1) il primo comprende gli accordi multilaterali in ambito degli scambi di merci, cioè l'accordo GATT del 1947 con incorporati i risultati dell'Uruguay Round; l'Accordo generale sugli scambi di servizi (GATS); l'Accordo sugli aspetti dei diritti di proprietà intellettuale attinenti al commercio;

2) il secondo contiene l'intesa sulla riforma delle procedure per la risoluzione delle controversie; si tratta di uno dei punti qualificanti del Trattato, poiché modifica e rende realmente coercitivo ed efficace il sistema di composizione delle dispute commerciali bilaterali che in passato hanno rischiato più volte di far scoppiare ''guerre'' commerciali di carattere protezionistico;

3) il terzo regola il meccanismo di esame periodico delle politiche commerciali, con il quale viene controllato il rispetto delle norme GATT da parte dei paesi membri. Il Trattato sancisce infatti l'obbligo di ciascun membro di conformare leggi, regolamenti e procedure amministrative nazionali alle disposizioni stabilite negli accordi multilaterali;

4) il quarto contiene gli accordi plurilaterali concordati a margine dell'Uruguay Round e aperti a ulteriori adesioni (le intese relative agli aeromobili civili, agli appalti pubblici, ai prodotti lattiero-caseari e alle carni bovine).

La scadenza per la conclusione di alcuni negoziati per la liberalizzazione di singoli settori (tra cui le telecomunicazioni di base, i servizi finanziari e i trasporti marittimi) è stata prorogata.

Se fino a oggi l'attività del GATT è stata dominata dalle questioni tariffarie e dall'eliminazione delle barriere al commercio, il futuro della WTO sarà incentrato con ogni probabilità prevalentemente su temi più generali quali il rapporto tra commercio e ambiente, sugli standard di tutela dei diritti dei lavoratori, sugli investimenti legati al commercio e sulle politiche di concorrenza, oltre all'enorme settore dei servizi, che ha ora trovato spazio con il GATS.

Gli economisti ritengono che l'istituzione della WTO e l'attuazione dei risultati concordati nell'ambito dell'Uruguay Round possano avere effetti positivi sul quadro economico globale nei prossimi anni. L'ulteriore riduzione dei dazi doganali, insieme al taglio dei sussidi agricoli e alla progressiva liberalizzazione degli scambi nel settore tessile e dei servizi, garantirà infatti una crescita del commercio internazionale, così come dimostrato nel corso dei 47 anni di vita del GATT. L'interscambio potrà inoltre beneficiare di un quadro normativo più sicuro e trasparente, grazie proprio alla nascita di un'istituzione che ne garantirà l'attuazione e l'effettivo rispetto.

Ma la WTO rappresenta soprattutto, negli auspici degli ideatori, una garanzia concreta contro la graduale corrosione del sistema multilaterale degli scambi e contro il rafforzamento delle spinte e delle misure protezionistiche, palesi o mascherate. L'Organizzazione mondiale del commercio potrà così permettere alla crescente tendenza verso la regionalizzazione del commercio mondiale, che potrebbe anche evolversi verso la formazione di fortezze contrapposte, di svilupparsi all'interno del quadro di un sistema multilaterale, evitando così chiusure verso il mondo esterno.

Bibl.: AA.VV., L'Uruguay Round: dal Gatt all'Organizzazione mondiale del commercio, a cura del ministero del Commercio con l'estero, Roma 1994; WTO Secretariat, WTO: Trading into the future, Ginevra 1995; Id., Regionalism and the world trading system, ivi 1995.

Vedi anche
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