worm
<u̯ë'ëm> (it. <u̯òrm>) s. ingl., usato in it. al masch. – Programma in grado di replicare autonomamente la propria installazione, generalmente indesiderata e malevola, su macchine diverse collegate in rete, sfruttando le falle della sicurezza nelle applicazioni e nei sistemi operativi; si distingue perciò dai virus, che necessitano di un vettore opportuno per propagarsi. Il termine è stato coniato nel 1988 per descrivere il programma prodotto da Robert Morris, che intasò circa il 10% dello spazio Internet dell'epoca. L'incidente è normalmente ricordato come il primo attacco su grande scala alla sicurezza di Internet e provocò la nascita di centri di monitoraggio e controllo. Ciononostante i w. continuano a costituire una minaccia ricorrente in grado di causare disservizi e malfunzionamenti. Generalmente, un w. agisce in modo tale da essere eseguito ogni volta che il computer si avvia; penetrando nella rete, infetta altre macchine e il danno diventa tanto più rilevante quante più macchine riesce a infettare (alcuni w. hanno generato un traffico così intenso da rendere inutilizzabile le reti per settimane).