world music
<u̯ë'ëld mi̯ùuʃik> locuz. sost. ingl., usata in it. al femm. – Genere musicale emerso negli anni Ottanta del Novecento e caratterizzato dalla fusione di elementi tratti dalla musica tradizionale (solitamente di culture extraeuropee) e sonorità pop, rock o jazz. A una prima indagine la w. m. si presenta come un genere dai contorni incerti. Una definizione specifica si può cercare considerando il fenomeno da un punto di vista discografico: la scoperta e l’assimilazione di culture musicali esotiche da parte del mercato europeo e statunitense conduce a eterogenei esempi di crossover in cui le varie tradizioni, ibridate con soluzioni ritmiche e armoniche occidentali, incontrano il gusto di un vasto pubblico nell’ambito del mercato mainstream. Il fenomeno presenta due aspetti distinti: se da una parte gli artisti europei e statunitensi scoprono le sonorità di culture musicali lontane, dall’altra gli interpreti tradizionali guadagnano frequentemente la scena adattando il proprio repertorio alle esigenze discografiche occidentali. La prima tendenza è riconducibile ad alcuni lavori di P. Gabriel e, in Italia, di F. De Andrè; negli anni 2000 essa trova espressione nelle produzioni della cantante colombiana Shakira come nei lavori del rapper e cantautore italiano Jovanotti, nel pop folk del chitarrista e cantante francese Manu Chao, come nelle colonne sonore del compositore cileno Gustavo Santaolalla. Nella seconda linea di sviluppo il fenomeno più rilevante in Italia è riconducibile alla riscoperta della tradizione e del folklore musicale da parte di artisti come Giovanna Marini e Ambrogio Sparagna; quest’ultimo più volte protagonista della Notte della Taranta, manifestazione di successo dedicata alla pizzica salentina. Un discorso a parte merita l’Orchestra di Piazza Vittorio, in cui l’interazione tra artisti provenienti da culture differenti non viene subordinata a logiche commerciali estrinseche o a ideali musicali predeterminati, ma produce esperimenti di meticciato musicale. Da un punto di vista sociale e politico, la w. m. si è spesso sposata con messaggi di pace e di fratellanza globale: la tendenza new age degli anni Ottanta pare tuttavia abbandonata a favore di una considerazione più attenta delle peculiarità musicali e culturali delle diverse tradizioni, in accordo con la sensibilità glocal (globalizzazione nel rispetto delle specificità locali) che caratterizza il primo decennio del 21° secolo.