RATKE, Wolfgang (lat. Ratichius)
Nato a Wilster nel Holstein il 18 ottobre 1571, morto il 27 aprile 1635. Studiò a Rostock teologia, senza conseguire gradi accademici. Dal 1603 al 1610 soggiornò ad Amsterdam, studiandovi lingue orientali. Ma il suo interesse predominante fu la riforma dell'insegnamento. Si chiamò da sé sempre Didacticus. Fattosi banditore d'una riforma, che circondò di geloso segreto (non rispose mai alle insistenti domande di Comenio) e celebrò con un tono alquanto ciarlatanesco, che era un po' nelle abitudini del tempo, ripromettendosene per tutta la Germania "una lingua comune, un reggimento comune, una religione comune", vi interessò città, principi, professori di varie università della Germania, e ne diede breve notizia in un Memoriale diretto nel 1612 alla Dieta raccolta in Francoforte. Guadagnò alla sua causa la duchessa Dorotea Maria di Weimar, poi il nipote Ernesto il Pio di Gotha, trovò collaboratori, nel 1613, il teologo Hellwig e il filosofo Junge, di Giessen, fu, dal 1615 al 1618, in varie città (Ulma, Weimar, Erfurt, Kassel, Francoforte, Basilea). Nel 1618 ebbe dal principe Ludovico di Anhalt-Köthen modo di aprire una scuola pubblica, poi, nel 1621, dalla città di Magdeburgo facoltà d'applicare in quelle scuole il suo metodo. Ma gli esperimenti fallirono sempre, anche per il suo carattere. Attese poi, negli ultimi anni, al lavoro per la pubblicazione dei suoi testi e fu anche, ma senza pratici risultati, in rapporto col ministro di Svezia, Oxenstjerna. Il suo metodo doveva servire per tutte le scienze, arti, lingue, che avrebbe fatto apprendere in brevissimo tempo. Notevole il tentativo di partir dalla pratica, dall'uso, dall'esempio. L'insegnamento del latino cominciava da un autore, Terenzio, che veniva anzitutto letto e riletto in una traduzione tedesca, e che in seguito il professore esponeva nel testo latino, prima explicando, poi ad sensum, infine tantum legendo: dalla lettura si passava a notar nel testo modi e forme, per giungere poi alle flessioni alla grammatica. I criterî generali del metodo, del resto, erano: "in tutto si segua il metodo della natura; non più d'una cosa per volta, e ciascuna ripetuta con insistenza; tutto sia insegnato prima nella lingua materna; tutto senza costrizione; tutto tenda all'armonia; il maestro sia attivo, e il fanciullo osservi durante la lezione il "silenzio pitagorico"; un solo maestro in ogni materia; la disciplina spetta non al maestro, ma alla scolaresca; tutta la gioventù va istruita; disciplina domestica e disciplina scolastica sian conformi; la certezza di tutto si consegua non per autorità, ma per esperimento e induzione; prima la cosa, poi i modi di essa (principio d'intuizione, realismo didattico); le lingue vanno insegnate per l'uso del parlare", ecc. Il R. va posto senza dubbio fra i precursori: influì su Comenio ed esercitò un'azione sul generale spirito riformatore dell'educazione della Germania del tempo. I principali scritti suoi, o di sua diretta ispirazione, sono: il cosiddetto Memoriale del 1612; il Gründlicher u. beständiger Bericht sul Mem., posteriore a questo di poco; il Kurzer Bericht üb. d. Lehrkunst R.'s, pubblicato da Hellwig e da Junge nel 1613, e il Nachbericht degli stessi; il Bericht v. d. Didactica oder Lehrkunsi von R., del Graner e altri, di Jena, del 1613; l'Introductio generalis e la Raticńianorum praxis et methodi delineatio, pubblicata da G. Rhenius nella sua Methodus institutionis nova quadruplex, dopo approvazione del R. (1617).
Bibl.: Ratichianische Schriften, voll. 2, ed. da Paolo Stötzner, Lipsia 1892-1893 (nella Päd. Bibliothek di C. Richter), e una scelta in Päd. Schriften des W. R. und seiner Anhänger, ed. da A. Prall, Breslavia 1903; G. Vogt, Das Leben u. d. päd. Bestrebungen des W. R., Kassel 1876, 1877, 1879, 1881; id., Quellen u. Hilfsschreiften zur Gesch. des Didaktikers W. R., Kssel 1882; id., W. R. der Vorgänger des A. Comenius, Langensalza 1894; J. Lattmann, R. u. die Ratichianer, Gottinga 1898; Th. Ziegler, Gesch. d. Pädagogik, 5ª ed. a cura di A. Nebe, Monaco 1923, pp. 152-160; articoli R. W. di A. Israel in Schmid, Gesch. d. Erziehung, III, ii, Stoccarda 1892, e in ENzykl. Handbuch d. Päd. del Rein, 2ª ed. 1908, VII.