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HILBIG, Wolfgang

di Micaela Latini - Enciclopedia Italiana - IX Appendice (2015)
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HILBIG, Wolfgang

Micaela Latini

Scrittore e poeta tedesco, nato a Meuselwitz (Turingia) il 14 febbraio 1941 e morto a Berlino il 2 giugno 2007. Il suo romanzo più noto, Ich (1993), ha per protagonista un poeta costretto a lavorare come spia per la Stasi. L’opera, che ottenne un discreto successo, venne considerata dalla critica come romanzo sociale sull’epoca terminale della Repubblica Democratica Tedesca. H. – che ottenne prestigiosi riconoscimenti, come il premio Ingeborg Bachmann nel 1989, il premio dell’Accademia delle arti di Berlino nel 1997 e, nel 2002, l’importante premio Georg Büchner – è considerato uno tra gli scrittori tedeschi linguisticamente più potenti, capace di restituire nei suoi scritti il ‘disincanto’ del popolo verso il socialismo del blocco sovietico nell’Europa dell’Est.

Dopo le scuole elementari iniziò a lavorare come apprendista tornitore. Assolto il servizio militare, prestò servizio come attrezzista, aiuto fabbro e inserviente in un posto di ristoro. Pur frequentando, a partire dal 1967-68, un circolo di scrittori operai, H. non riuscì per oltre vent’anni a pubblicare le sue opere nella Repubblica Democratica Tedesca. Dal 1970 al 1978 abitò nella casa dei nonni materni a Meuselwitz, e si guadagnò da vivere come operaio fuochista per una fabbrica statale, scrivendo racconti e versi solo a fine giornata. Nel 1979 lasciò l’attività di operaio per dedicarsi interamente alla scrittura, e risiedette tra Berlino Est e Lipsia. Nel 1985 ottenne il permesso di espatriare per un anno nella Repubblica Federale, e di lì non fece più ritorno nella DDR (Deutsche Demokratische Republik). Dopo la riunificazione, si trasferì a Berlino dove visse con la figlia e con la moglie, la scrittrice tedesca di origini ucraine e russe Natascha Wodin (n. 1945).

H. riuscì ad affermarsi come poeta nella Repubblica Federale Tedesca, con la pubblicazione di alcune sue liriche nell’antologia Hilferufe von drüben (1978). Ma la sua prima raccolta poetica, dal titolo Abwesenheit (1979), uscì per i tipi di Fischer e comprende le poesie scritte dall’autore tra il 1965 e il 1977 nella DDR. Al centro di queste poesie è il paesaggio desolato della nativa Turingia. Nel 1982 venne pubblicato, sempre per le edizioni Fischer, il volume di racconti Unterm Neomond (1982), mentre nel 1983 uscì per la casa editrice Reclam di Lipsia la raccolta di lirica e di prosa Stimme Stimme. Al 1987 risale invece Die Weiber, opera che restituisce in tutta la sua complessità il legame viscerale dell’autore con la proprio patria.

Il 1989 segnò per H. il passaggio al romanzo con Eine Übertragung (1989), opera che venne lodata dalla critica e per la quale ottenne il premio Bachmann. Le pagine di questo libro segnano anche la traccia della sua letteratura, incentrata sul tema della doppia vita come lavoratore e come scrittore durante la DDR, ma anche sulla questione della ricerca della propria identità. Questi sono i motivi ricorrenti anche di Die Kunde von den Bäumen (1992), della raccolta di racconti Die Arbeit an den Öfen (1994; trad. it. La presenza dei gatti, 1996) e del terzo romanzo dal titolo Das Provisorium (2000).

Bibliografia: «Text & Kritik, Zeitschrift für Literatur», 1994, 12, nr. monografico: Wolfgang Hilbig, hrsg. F. Meyer-Gosau; Wolfgang Hilbig. Materialien zu Leben und Werk. Informationen und Materialien zur Literatur, hrsg. U. Wittstock, Frankfurt a.M.1994; H.-C. Stillmark, Im ohnmächtigen Halluzinationstaumel der Entwirklichung. Negative Synästhesie in Wolfgang Hilbigs Beschreibung II, in Sinestesie: percezioni sensoriali multiple nella cultura degli ultimi quarant’anni, a cura di L. Secci, A. Fattori, L. Tofi, Napoli 1999, pp. 233-45; P. Cooke, Speaking the taboo. A study of the work of Wolfgang Hilbig, Amsterdam 2000; S. Sistig, Wandel der Ich-Identität in der Postmoderne? Zeit und Erzählen in Wolfgang Hilbigs ‘ich’ und Peter Kurzecks ‘Keiner stirbt’, Würz burg 2003.

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