WITELO
Filosofo medievale, originario della Slesia. Si conoscono scarsi particolari della sua vita: nacque fra il 1220 e il 1230, da un tedesco e da una polacca; viaggiò in Italia (Padova, Viterbo) circa dal 1260 al 1270; poi pare ritornasse verso i suoi paesi d'origine e si fermasse a Vitonia (l'odierna Witów), in Polonia, in un convento di premonstratensi.
Viene ricordato accanto a R. Bacone per le sue ricerche sui problemi naturali, principalmente ottici. A lui si deve una famosa Prospettiva (che fu stampata la prima volta a Norimberga nel 1535, e venne scritta per il celebre ellenista e amico di S. Tommaso d'Aquino, Guglielmo di Moerbeke), composta circa nel 1270 in Italia, e che rimase, anche per il suo carattere di compilazione vasta e bene ordinata, un testo fondamentale per gli studiosi, tanto che lo stesso Kepler scrisse per essa i suoi Ad Vitellionem paralipomena (Francoforte 1604). La parte più importante della Prospettiva del Witelo sono infatti i testi greci e arabi, soprattutto la traduzione dell'Ottica dell'arabo Alhazen, che per le sue considerazioni sulle percezioni visive acquisite ha costituito un importantissimo precedente della psicologia moderna della percezione; l'importanza degli studî del W. consiste però soprattutto nel progresso segnato di fronte alla teoria delle "facoltà", comune ai suoi tempi. Accanto a tali ricerche, si ricordano di questo filosofo varî scritti di metafisica, di carattere neoplatonico (metafisica della luce, analoga a quella di R. Bacone e di R. Grosseteste).
Bibl.: Cl. Bauemker, W., ein Philosoph und Naturforscher des XIII. Jahrhunderts, in Beiträge zur Geschichte der Philosophie des Mittelalters, III, Münster 1908, con estratti della Prospettiva; A. Birkenmajer, W. e lo studio di Padova, in Omaggio dell'Accademia polacca di scienze e lettere all'università di Padova nel settimo centenario della sua fondazione, Cracovia 1923; id., Études sur W., in Bulletin de l'Acad. des sciences de Cracovie, 1918-22.