WILSON, Theodore, detto Teddy
Pianista statunitense di jazz, nato ad Austin (Texas) il 24 novembre 1912, morto a New Britain (Connecticut) il 1° agosto 1986. Studiò piano e violino a Tuskegee (Alabama) ottenendo i primi ingaggi a Detroit (1929) e Toledo (1929-30). Trasferitosi a Chicago, cominciò a suonare con solisti anche di primo piano, e registrò con M. Bailey e con i ''Chocolate Dandies'' il suo primo disco (1932). Nel 1933 andò a New York, dove suonò con B. Carter e W. Bryant e incise con B. Goodman, W. Manone, R. Norvo, T. Jordan, P. Dandridge e B. Howard. In questo periodo il suo stile appare già compiutamente definito; gran parte della sua piena maturazione artistica si deve alla moglie Irene, pianista e autrice di fini composizioni (come Some other spring). Nel luglio 1935 Goodman lo chiamò per incidere alcuni brani con un trio di nuova costituzione (tra cui il batterista G. Krupa): After you've gone, Body and soul, Who? e Someday sweetheart, che ottennero enormi consensi di critica e di pubblico. Il complesso, trasformato in quartetto con il vibrafonista L. Hampton, divenne una delle formazioni più celebri del mondo. Con Goodman rimase fino al 1939, quando decise di formare una propria big band, che si sciolse nell'aprile 1940.
Nel frattempo il critico J. Hammond lo aveva chiamato a formare alcuni gruppi di studio con i migliori musicisti dell'epoca, per una serie di incisioni considerate − anche perché ebbe come collaboratori i più grandi nomi del jazz − tra i capolavori della swing era, come Too good to be blue e Sugar Plum (1935), Warmin' up e Sailin' (1936), Fine and dandy, I found a new baby e I'm comin' Virginia (1937); in altre figurava la cantante B. Holiday. Contemporaneamente W. incise (1935-37) alcuni brani di piano solo (Liza, Don't blame me, Between the devil and the deep blue sea, ecc.) che rappresentano il meglio della sua maniera. Dal 1940 al 1944 si esibì con un sestetto, quindi si dedicò all'insegnamento presso la Julliard School di New York, suonando e registrando soprattutto con Goodman, oltre che con L. Young. Tra i suoi dischi vanno menzionati Intimate listening (1953-54), The creative Teddy Wilson (1955), I got rhythm (1956), The impeccable Mr. Wilson, These tunes remind me of you e The touch of Teddy Wilson (1957), Mr. Wilson and Mr. Gershwin (1959). Compì numerosissime tournées in Europa (anche in Italia, dove incise Piano solos, 1974) e in Giappone; partecipò al film The Benny Goodman story (1956). Stilista purissimo, ha modernizzato la concezione pianistica affrancandola dalla maniera stride e proseguendo in modo più essenziale nella direzione di E. Hines. Strumentista dal tocco fine e dal fraseggio garbato, fece con la sinistra ampio uso delle decime, come possente base per il gioco della destra. È stato tra i pianisti più versatili della storia del jazz.
Bibl.: J. McDonough, Teddy Wilson history in the flash, in Down Beat, febbraio 1977; M. Piras, Teddy Wilson, in AA.VV., I grandi del jazz, Milano 1979; R. Stewart, Jazz masters of the 30's, New York 1982; R. Capasso, in Grande Enciclopedia del jazz, Roma 1982, sub v.; B. Robinson, in New Grove Dictionary of Jazz, Londra-New York 1988, sub v.; Ph. Baudoin, in Dizionario Jazz, Roma 1989, sub v.