SHARP, William
Poeta scozzese, nato a Paisley il 12 settembre 1855, morto a Castello Maniace, presso Bronte (Sicilia) il 14 dicembre 1905. Laureatosi all'università di Glasgow, fu indotto dalla sua salute non buona a imbarcarsi nel 1877 per l'Australia; ivi soggiornò alcuni mesi compiendo poi una crociera nel Pacifico e tornò nel 1879 a Londra dove s'impiegò in una banca. Divenuto amico dei Rossetti, cominciò a collaborare alla Pall Mall Gazette e nel 1885 entrò come critico d'arte al Glasgow Herald. In quello stesso anno sposò la cugina Elizabeth Sharp che divenne sua collaboratrice. Lo Sh. fece lunghi soggiorni all'estero: in Francia, in America, in Africa e in Italia che amò sinceramente e dalla quale trasse ispirazione per non pochi suoi versi.
Nell'opera dello Sh. è possibile distinguere tre diversi aspetti. I primi volumi che pubblicò furono raccolte di liriche: The Human Inheritance (1882); Earth's Voices (1884); Romantic Ballads and Poems oj Fantasy (1886); Sospiri di Roma (1891); Flowers o' the Vine (1894). In questi volumi egli si rivela poeta delicato e non privo di vigore artistico, senza tuttavia dimostrare, né con le liriche né col suo primo romanzo (Children of To-Morrow, 1890), un temperamento eccezionale. Una vera metamorfosi accadde invece quando lo Sh. cominciò, nel 1894, a pubblicare volumi di racconti e bozzetti con lo pseudonimo di Fiona Macleod. Egli aveva preso grandi precauzioni per custodire il segreto di questo pseudonimo e riuscì a mantenerlo fino alla morte. Il primo volume fu Pharais: A Romance of the Isles (1894) che ebbe un pubblico non larghissimo sul quale però produsse impressione profonda. Il successo si affermò e si estese sempre più con i libri successivi, apparsi sempre con lo pseudonimo: The Mountain Lovers (1895); The Wahser of the Ford and Other Legendary Moralities (1896), a cui seguì nel 1897 una raccolta di racconti più brevi, parte inediti e parte pubblicati sparsamente (Spiritual Tales, Barbaric Tales and Tragic Romances); The Dominion of Dreams (1899); Silence Farm (1899), che è forse la sua opera più notevole; The Divine Adventure: Iona: and Other Studies in Spiritual History (1900); Winged Destiny (1904). Con questo gruppo di opere pseudonime lo Sh. ha cercato di penetrare l'anima scozzese, interpretandola ed esprimendone, con le più tipiche tendenze, il tono. I suoi racconti e i suoi bozzetti, scritti in una prosa poetica che, dove non narra leggende di per sé significative, arieggia il simbolo e la parabola, sono per lo più orientati verso una bellezza fatalistica e verso stati d'animo incantati, nei quali lo Sh. vedeva l'essenza atavica della razza gaelica. Sebbene il suo stile non manchi di ornamenti un po' convenzionali, da cui ritrae una certa monotonia, la fantasia ricca e delicata, l'atmosfera poetica di cui sa penetrare ogni scena, hanno fatto dello Sh. uno dei maggiori se non il maggiore scrittore della moderna rinascita gaelica.
Oltre alle biografie di D. G. Rossetti (1883), di P. B. Shelley (1887), di H. Heine (1888), di R. Browning (1890), lo Sh. pubblicò anche alcune buone antologie poetiche: Sonnets of the Century (1886); American Sonnets (1189) e la notissima Lyra Celtica (1896) nella cui compilazione ebbe collaboratrice la moglie. Pubblicò anche numerosi altri studî letterarî e curò l'edizione della nota raccolta dei Canterbury Poets.
Dopo la sua morte apparvero un nuovo volume di liriche (Sospiri d'Italia, 1906) e alcune altre opere di minore importanza, tra cui si ricorda solo il dramma The Immortal Hour (Portland, U. S. A., 1907).
Ediz.: The Writings of Fiona Macleod, a cura della moglie, voll. 7, Londra 1909-10.
Bibl.: E. A. Sharp, W. Sh. (Fiona Macleod): A Memoir, Londra 1910.