BURROUGHS, William Seward
Scrittore statunitense, nato a St. Louis, Missouri, il 15 febbraio 1914. Ha vissuto a Londra, Parigi, Tangeri e soggiornato in America centrale e nelle regioni amazzoniche del Sud America. È stato uno degli esponenti più noti della rivolta e della letteratura hipster e ha riguardato con interesse, anche se da qualche distanza, l'esperienza beat di A. Ginsberg e di J. Kerouac, apparendo anzi in uno dei romanzi di quest'ultimo nelle vesti di personaggio principale. B. ha vissuto per lunghi anni immerso nel mondo della droga, producendo una letteratura di profonda ribellione metafisica. Junkie: Confessions of an unredeemed drug addict (intitolato Junk in una prima stesura, tr. it. Milano 1962) fu pubblicato nel 1953 sotto lo pseudonimo di W. Lee e poi ristampato sotto il suo vero nome nel 1968. Si trattava di "un resoconto più o meno giornalistico delle esperienze di un drogato, che tuttavia va molto più in là della cronaca sensazionalistica e riesce a offrire una versione autenticamente macabra dell'inferno". Nel 1957 decise improvvisamente di sottoporsi a Londra a una cura di disintossicazione di cui divenne poi ardente sostenitore.
Fu Naked lunch (1962; trad. it. Milano 1964), che J. Ciardi definì "un montaggio surrealistico di scene ed allucinazioni drammatiche", a dare il via a una polemica estremamente vivace sulla figura letteraria del Burroughs. La sua opera divenne oggetto di "lodi sperticate e attacchi isterici" da parte di personaggi emblematici della scena culturale americana e inglese come N. Mailer e M. McCarthy da una parte e D. E. Sitwell dall'altra. B. ha spesso sostenuto che gran parte della sua opera è un dettato diretto di Hasan-ī-Sabbah fondatore della cultura Ismaili dell'11° secolo, integrato dalla propria tecnica di cut-ins e fold-in (vale a dire di ritaglio e montaggio) per cui le pagine vengono scelte a caso, tagliate e giustapposte ovvero piegate nel senso della lunghezza e avvicinate ad altre pagine similmente piegate. A questo punto B. riorganizza e ricompone versi e linee fino a raggiungere effetti soddisfacenti per la composizione delle sue "immagini senza parole" o "blocchi assocativi".
Lo scopo di tutto ciò sarebbe quello di fuggire un mondo fatto di parole e forse scoprirne un altro. Nell'ottica di B. la macchina della morte può solo essere distrutta "distruggendone la logica, il logos". Ora se è vero che in questa programmatica distruzione del logos B. spesso rischia di perdere o alienarsi i suoi lettori è altrettanto vero che il suo 'umore nero', la sua satira impietosa distaccata e spinta oltre le soglie della patologia riescono a investire con una violenza espressiva di grande efficacia tutto ciò che "è falso, primitivo e malato nella vita americana: gli abusi di potere, il culto dell'eroe, la violenza insensata, l'ossessione materialistica, l'intolleranza e le molte forme di ipocrisia".
Con l'opera relativamente più recente (The soft machine, 1961, trad. it. Milano 1965; The ticket that exploded, 1962; Nova express, 1964, trad. it. Milano 1967) il dramma poetico di B. si sposta nell'ambito dell'avventura intergalattica. Da ricordare ancora: The wild boys, New York 1971 (trad. it. Milano 1973).
Bibl.: M. Klein, After alienation, New York 1962; A. Kazin, Contemporaries, Boston 1962; Recensioni e polemiche del Times literary supplement in tutti i numeri dal 14 nov. 1963 al 30 genn. 1964; F. Binni, Narrativa americana degli anni sessanta, Torino 1974.