SACHEVERELL, William
Uomo politico inglese, nato nel 1638, morto nel 1691. La sua importanza nella storia inglese non proviene da ciò ch'egli fece, ma dalla sua posizione, perché fu un membro tipico di quel partito rurale, che durante il regno di Carlo II gradatamente dette origine ai whigs. Grandi proprietarî e gente di antica ascendenza consideravano con eguale preoccupazione gli eserciti permanenti e l'uso delle prerogative regie, che avevano in conto di provocazione al loro ideale di legalità e di ordine, per quanto i mezzi dubbî di cui si valsero e la loro credulità delittuosa al complotto papista permettesse di accusarli di non essere migliori dei loro avversarî. Mediante la loro resistenza alla corona e la conseguente organizzazione, essi fecero entrare nella storia costituzionale inglese l'autorità del partito come un fenomeno permanente, mentre l'essere essi in maggioranza proprietarî rurali diede al parlamento inglese quel carattere oligarchico che conservò durante il sec. XVIII. Il maggior servizio da essi reso alla costituzione consiste nell'energia con cui sostennero la supremazia della legge e l'indipendenza dei giudici, punti sui quali il Sacheverell insistette particolarmente.
S. entrò nel parlamento nel 1670 come rappresentante di Derby e per la prima volta si mise in vista con i suoi attacchi al governo della Cabala, alla guerra olandese e ai tentativi della Cabala di introdurre la tolleranza religiosa mediante misure arbitrarie. Nel febbraio 1673 egli provocò il Test Act (v. inghilterra: Storia), con la sua mozione che tutti i cattolici fossero tolti dai comandi militari, essendo egli un convinto assertore del principio che "papismo e schiavitù vanno di pari passo". Nel 1675 S. fu in prima linea nel dissenso fra i lord e i comuni, e mostrò che la sua sagacia legale oltrepassava perfino il suo fervore partigiano, quando si sforzò d'impedire a Shaftesbury di sostenere che il lungo aggiornamento del parlamento lo aveva reso illegale. All'inizio del 1678 egli insistette perché fossero accordati immediatamente dei fondi per la guerra contro la Francia, e i suoi chiari discorsi sulla politica estera irritarono il re; ma poi essendosi convinto, quando i trattati furono resi noti, che Carlo II non aveva serie intenzioni bellicose, consigliò lo scioglimento immediato delle forze. Prese parte a numerosi comitati d'inchiesta circa il complotto papale, e fu uno dei fautori della messa in stato d'accusa dei cinque lord cattolici. Con il suo ardito suggerimento fatto sin dal novembre 1678, di escludere Giacomo dalla successione al trono, egli dimostrò di essere giunto alla completa comprensione della questione dinastica. Dopo il 1679, egli non compare più nei progetti dei whigs, ma pure si oppose con tutta l'energia ai tentativi del re di esercitare un controllo sui membri dell'autorità giudiziaria. Visse ritirato durante il regno di Giacomo II, ma fu membro del parlamento della Convenzione nel 1689 e aiutò a redigere la dichiarazione dei diritti. Guglielmo III lo nominò commissario dell'ammiragliato, ma tenne quest'ufficio solo fino allo scioglimento del parlamento nel 1690 e si consacrò soprattutto a tentativi senza successo di esautorare i suoi avversarî.
Bibl.: G. R. Sitwell, The First Whig, Scarborough 1894.