Goldman, William
Scrittore, commediografo e sceneggiatore statunitense, nato a Chicago il 12 agosto 1931. Si è cimentato con successo in diversi generi, dal racconto al romanzo, alla letteratura per l'infanzia, al teatro, trovando nel cinema (dove ha usato talvolta lo pseudonimo Harry Longbaugh, vero nome di Sundance Kid, il mitico personaggio western) il campo privilegiato in cui far valere l'elevata qualità della sua scrittura e insieme il suo spiccato intuito commerciale. Oltre a riusciti adattamenti dei suoi romanzi per film come Marathon man (1976; Il maratoneta) di John Schlesinger, Magic (1978; Magic ‒ Magia) di Richard Attenborough, Heat (1987; Black jack) di Dick Richards e The princess bride (1987; La storia fantastica) di Rob Reiner, ha realizzato sceneggiature originali di grande valore, riuscendo sempre a delineare forti figure maschili che hanno attirato varie star hollywoodiane, tra cui in particolare Paul Newman e Robert Redford. Nel 1970 ha vinto il premio Oscar per Butch Cassidy and the Sundance Kid (1969; Butch Cassidy) di George Roy Hill; un secondo Oscar, per la migliore sceneggiatura non originale, gli è stato assegnato nel 1977 per All the president's men (1976; Tutti gli uomini del presidente) di Alan J. Pakula, basato sul libro-inchiesta dei giornalisti Bob Woodward e Carl Bernstein che fecero scoppiare lo scandalo Watergate.
Dopo aver frequentato l'Oberlin College (Ohio), si laureò alla Columbia University di New York. La sua prima sceneggiatura per Soldier in the rain (1963; Soldato sotto la pioggia) di Ralph Nelson fu anche il primo dei numerosi adattamenti realizzati per il cinema dai suoi romanzi. Dopo Harper (1966; Detective's story) di Jack Smight, da un romanzo di R. Macdonald, conquistò fama internazionale grazie alla sceneggiatura originale di Butch Cassidy and the Sundance Kid, western insolito, accattivante e profondamente malinconico, magistralmente interpretato dalla coppia Paul Newman-Robert Redford, insieme per la prima volta. A The hot rock (1972; La pietra che scotta) di Peter Yates, adattamento del romanzo di D.E. Westlake che conserva intatta l'ammiccante ingenuità dell'opera originale, seguirono The Stepford wives (1975; La fabbrica delle mogli) di Bryan Forbes, un horror ambientato nella provincia americana e tratto da un romanzo di I. Levin, e, su soggetto dello stesso regista, The great Waldo Pepper (1975; Il temerario) di G.R. Hill, un iconoclasta film d'avventura con Robert Redford nel ruolo di uno spericolato pilota d'aereo. La carriera di G. toccò un altro momento culminante con All the president's men, una intelligente ricostruzione dell'inchiesta del "Washington Post" sullo scandalo Watergate che portò alle dimissioni del presidente Richard Nixon, interpretata ancora da Robert Redford e da Dustin Hoffman. Al 1976 risale anche la sceneggiatura di Marathon man, che riscosse un notevole successo grazie all'interpretazione di Dustin Hoffman e Laurence Olivier. G. scrisse poi A bridge too far (1977; Quell'ultimo ponte) di Attenborough, kolossal tratto da un'opera di C. Ryan e traspose un altro suo romanzo nel paradossale horror Magic.
Negli anni successivi, dopo aver scritto le sceneggiature per Heat, interpretato da Burt Reynolds, e The princess bride, G. ha adattato felicemente uno dei più inquietanti romanzi di S. King per Misery (1990; Misery non deve morire) di Reiner. Nel 1992 ha realizzato la sua seconda sceneggiatura originale per lo sbiadito Year of the comet (L'anno della cometa) di Peter Yates, e ha poi collaborato alla riduzione di un romanzo di H.F. Saint per Memoirs of an invisible man (Avventure di un uomo invisibile) di John Carpenter e alla realizzazione di Chaplin (Charlot) di Attenborough. L'anno successivo ha partecipato (senza però comparire nei credits) a Last action hero (Last action hero ‒ L'ultimo grande eroe) di John McTiernan, cui sono seguiti nel 1994 Maverick di Richard Donner, ispirato alla famosa serie televisiva, e nel 1997 Absolute power (Potere assoluto), interpretato e diretto da Clint Eastwood, tratto dal best seller di D. Baldacci. Nel 1999 ha adattato il romanzo di N. DeMille per The general's daughter (La figlia del generale) di Simon West e nel 2001 si è confrontato di nuovo con un romanzo di S. King per Hearts in Atlantis (Cuori in Atlantide) di Scott Hicks.
Nel corso degli anni G. ha scritto numerosi libri autobiografici che svelano, non senza umorismo, i retroscena dell'industria cinematografica. Tra questi Adventure in the screen trade: a personal view of Hollywood and screenwriting (1983), Hyper and glory (1990) e Which lie did I tell?: more adventures in the screen trade (2000). Il fratello James (Chicago 1927 ‒ New York 1998), romanziere e drammaturgo, curò la trasposizione cinematografica delle proprie commedie per gli omonimi film diretti da Anthony Harvey, The lion in Winter (1968; Il leone d'inverno) e They might be giants (1971), e scrisse Robin and Marian (1976; Robin e Marian) di Richard Lester e White nights (1985; Il sole a mezzanotte), tratto da un suo racconto e diretto da Taylor Hackford.
J.J. Brady, The craft of the screenwriter: interviews with six celebrated screenwriters, New York 1981, pp. 84-176.