DOBSON, William
Pittore, nato a Holborn (Londra) nel 1610 e morto a Londra nel 1646. Apprendista presso il mercante di stampe Robert Peake, lavorò probabilmente anche per Francis Cleyn, disegnatore delle tappezzerie di Mortlake, poi passò presso Van Dyck, alla cui morte fu nominato pittore e cameriere segreto di Carlo I. E per questo sovrano lavorò a Oxford, dove posarono dinnanzi a lui lo stesso re, i suoi due figli, Carlo II (ritratto a Combe Abbey), Giacomo II (ritratto a Windsor), il principe Ruperto (in un gruppo coi colonnelli Russell e Murray, ora a Ombersley Court) e molti altri personaggi in relazione con la corte o partigiani della causa del re. Un po' per le sue stravaganze, un po' per la difficoltà dei tempi, il D. finì in prigione per debiti, donde fu tratto da un certo Vaughan, di cui dipinse il ritratto, che viene considerato il suo capolavoro. Tra i primi lavori del D. (circa il 1638) sono i ritratti di James Cranfield, secondo conte di Middlesex, a Knole Park e di sir William Farmor a Welbeck Abbey. Nella Galleria nazionale dei ritratti si conservano quelli di Endymion Porter (?), di Francis Quarles, di Abraham Vanderdoort e il suo autoritratto; a Hampton Court v'è un altro autoritratto con sua moglie. L'opera del D. difetta notevolmente di pienezza di forma: tutta la sua attenzione è rivolta ai valori tonali, come si osserva soprattutto nei suoi primi lavori. Il tono delle carni è caldo, il colorito trasparente e morbido. I suoi ritratti hanno un carattere più poetico di quelli dei ritrattisti suoi contemporanei in Inghilterra.
Bibl.: H. Walpole, Anecdotes of Painting, Londra 1862, pp. 351-354; C. H. Collins Baker, Lely and the Stuart Portrait-Painters, I, Londra 1912, pp. 91-101; id., in Thieme-Becker, Künstler-Lexikon, IX, Lipsia 1913 (con bibl.); National Gallery Catalogue, Londra 1929; National Portrait Gallery Illustrated List, Londra 1928.