WILLIAMS, William Carlos
Scrittore americano, nato a Rutherford, N.J., il 17 settembre 1883. Studiò a Château de Lancy, presso Ginevra, e si laureò in medicina (1906) all'università di Pennsylvania, seguendo poi per un anno un corso di pediatria all'università di Lipsia. Dal 1910 ha esercitato la medicina a Rutherford, ma poco dopo ha iniziato l'attività letteraria.
Fin dalle sue prime opere (The Tempers, 1913; Al Que Quiere, 1917; Kora in Hell, 1920; Sour Grapes, 1921; Spring and All, 1922), il W. si è rivelato modernista a oltranza e tale tendenza ha fondato sulla capacità di una critica acuta e spietata che traspare nonostante il suo stile involuto, eccessivamente conciso e spezzato. Sia che eserciti questa critica contro l'America e gli Americani, come in taluni saggi del volume In the American Grain (1925), sia che la rivolga contro la vecchia Europa (A Voyage to Pagany, 1928), rispetto alla quale, peraltro, mostra di aver sentito e talora subito il fascino della civiltà e dell'arte, specie in Italia, il W. afferma la libertà integrale dell'istinto e dell'immaginazione, preconizzando alla nuova società che egli vede una nuova e adeguata arte. Assertore dell'arbitrio dell'artista, principale collaboratore di R. McAlmon nella fondazione della Contact Publishing Co. a Parigi, autore di manifesti che sono alla base del movimento di giovani poeti americani raggruppati intorno a quella casa editrice, il W. è un portabandiera del modernismo artistico d'oltreoceano ed è uno degli scrittori che più si sono adoperati per l'affrancamento della letteratura americana da ogni influsso europeo. Nel 1926 ebbe il premio Dial di duemila dollari.
Altre opere: Great American Novel (1923); The Knife of the Times and Other Stories (1932); Novelette and Other Prose (1932); Collected Poems (1934); An Early Martyr (1935). Il W. ha inoltre tradotto in inglese The Last Nights of Paris di Ph. Soupault.
Bibl.: C. Linati, Scrittori anglo-americani d'oggi, Milano 1932, pp. 223-235.